Gela. Il collegio penale del tribunale non ha accolto l’istanza di sostituzione della misura, avanzata dai difensori del quarantenne Valerio Caiola. E’ detenuto perché accusato di tentato omicidio, nella zona di contrada Catarrosone. Per gli inquirenti, avrebbe sparato contro l’auto dei propri confinanti, con i quali c’erano già stati diversi dissapori. Secondo i giudici, ci sarebbero ancora condizioni di pericolosità, anche nell’ipotesi della detenzione domiciliare. Alla sostituzione della misura, in aula, si era opposto il legale di parte civile, l’avvocato Giuseppe Fiorenza, che assiste i confinanti. Hanno invece avanzato un’iniziativa per la scarcerazione i difensori, gli avvocati Filippo Spina e Marco Granvillano, certi dell’assenza dei presupposti che possano ancora giustificare la misura. Caiola, in fase di interrogatorio di garanzia, spiegò di non aver avuto alcuna intenzione di uccidere i rivali ma riferì di aver spesso temuto per la sua vita a causa dei tanti dissidi.
Per i pm della procura, avrebbe sparato contro l’auto mentre i rivali erano a bordo. Ricostruzione che invece le difese escludono, facendo richiamo al fatto che all’interno della vettura non ci fosse nessuno. L’attività istruttoria è in corso e la scorsa settimana sono stati sentiti, come testimoni, i poliziotti che si occuparono delle captazioni in carcere, durante i colloqui che Caiola ebbe soprattutto con il fratello.