Gela. Le richieste della procura e le conclusioni delle parti inizieranno ad essere esposte a maggio. Oggi, il cinquantanovenne Luigi La Cognata e il quarantenne Calogero Pirrone, per diverse ore, sono stati sottoposti ad esame, rispondendo alle domande dei pm e delle parti, ad iniziare dal difensore di entrambi, l’avvocato Angelo Cafà. Sono accusati di tentato omicidio. Il giudizio abbreviato si tiene innazi al gup del tribunale di Caltanissetta. A Scavone, nella zona delle palazzine Iacp, rimase ferito il quarantunenne Antonio Fabio Argenti, assistito dal legale Rocco Cutini. Per gli investigatori, gli imputati volevano uccidere. Venne raggiunto da colpi di arma da fuoco che fortunatamente non generarono conseguenze irreparabili. Pirrone ha negato ogni tipo di coinvolgimento mentre secondo i pm sarebbe stato proprio lui a bloccare Argenti mentre La Cognata impugnava l’arma. Il cinquantanovenne, che ha diversi precedenti penali, ha voluto precisare la sua posizione rispetto alla ricostruzione degli inquirenti. A lui e a Pirrone viene addebitata l’aggravante mafiosa. Sulla base dei trascorsi sia del cinquantanovenne che di Argenti, per l’antimafia nissena non è da escludere che le tensioni possano essere state alimentate da dissidi nel contesto dei clan.
Argenti, già nel corso della precedente udienza aveva formalizzato, attraverso il difensore, il patteggiamento per l’accusa di favoreggiamento che gli veniva imposta. Secondo i pm, in fase di indagine avrebbe omesso di riferire particolari importanti sulla dinamica dell’accaduto. L’inchiesta venne portata avanti dai carabinieri. Il ferito arrivò all’ospedale “Vittorio Emanuele” e fu sottoposto ad intervento chirurgico. Furono esplosi quattro colpi di pistola.