Gela. I giudici del Tar Catania non hanno accolto la sospensiva avanzata dai legali dell’azienda siracusana Tech servizi, come vi abbiamo già riferito. Il prefetto aretuseo, negli scorsi mesi, ha emesso un’interdittiva antimafia. C’è il sospetto di collegamenti economici tra uno dei soci e imprenditori vicini ad organizzazioni mafiose. Gli effetti dell’interdittiva non sono stati bloccati e i vertici dell’Ato Cl2 hanno provveduto al recesso dai contratti che legavano l’ambito all’azienda siracusana. Solo pochi giorni fa, Tech aveva ottenuto il rinnovo del rapporto per la conduzione dell’impianto di compostaggio in contrada Brucazzi, operando in raggruppamento temporaneo di imprese insieme all’azienda locale General Service. La conduzione dell’impianto si sarebbe dovuta protrarre fino al dicembre del prossimo anno, per un importo, definito nel 2017, di 427 mila euro. Allo stesso tempo, il commissario Ato Giuseppe Panebianco ha firmato il recesso da un altro contratto assegnato a Tech, quello per il servizio di trasporto del percolato prodotto nella discarica Timpazzo.
“Abbiamo preso atto della decisione del Tar Catania che si è nuovamente pronunciato sull’interdittiva – dice Panebianco – con la sospensiva respinta, abbiamo disposto il recesso in base all’articolo 94 del decreto legislativo 159 del 2011”. Inizialmente, il presidente del Tar Catania aveva momentaneamente sospeso gli effetti dell’interdittiva. I vertici Ato, subito dopo i sospetti avanzati sulla compagine societaria Tech, hanno risposto alle richieste della prefettura.