Solfara Juncio Tumminelli | Il tesoro perduto dello zolfo a Caltanissetta e la curiosità che pochi sanno
Solfara Juncio Tumminelli a Caltanissetta: storia, tragedie e una curiosità drammatica che sorprende anche gli esperti di miniere.

Nel cuore del bacino minerario di Caltanissetta, sorge la storica Solfara Juncio Tumminelli, una delle principali miniere di zolfo attive sin dal 1839, appartenuta a famiglie aristocratiche locali come i D’Oro e i Curcuruto. Tra le più grandi ed imponenti solfare dell’area, divenne tristemente celebre per l’incidente del 1881, che causò 41 vittime per asfissia da anidride solforosa, e un ulteriore dramma nel 1957, quando il crollo della galleria costò la vita a sei minatori, compreso il direttore, tre dei quali furono recuperati solo dieci anni dopo. Oggi l’area è abbandonata, ma continua a raccontare la dura storia del “fuoco di Sicilia”.
Calcaroni, discenderie e archeologia industriale
Entrando nell’area, si possono ancora scorgere calcaroni — strutture per la fusione del minerale — e le discenderie, corridoi inclinati usati per trasportare lo zolfo dalle viscere della terra verso il basso. Il cuore del sito è il “castelletto” dell’impianto, un edificio macroscopico che custodiva gli argani. Lì vicino, resistono i resti della sala vagoncini, della cabina elettrica e la cappella dedicata a Santa Barbara, patrona dei minatori. L’area costituisce oggi un suggestivo museo a cielo aperto di archeologia industriale, un patrimonio che affascina appassionati di storia, urban explorer e cicloturisti locali .
Curiosità
Nel 1906-1909, fu attivato il primo servizio di soccorso strutturato in miniera: la Croce Rossa di Caltanissetta, insieme a medici e postazioni mediche, fornì assistenza ai lavoratori della Juncio Tumminelli e di altre solfare vicine, con linee telefoniche dedicate. Fu una vera innovazione per l’epoca, che anticipò la legislazione sul lavoro e l’attenzione alla sicurezza in miniera.