Società di comodo e profitti ingenti, quindici misure eseguite: in carcere il gelese Sanfilippo

 
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Catania. Tra le contestazioni mosse, ci sono l’associazione a delinquere, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la dichiarazione dei redditi infedele e falsata e l’indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti. Sono quindici i coinvolti in un’indagine condotta dai finanzieri del comando provinciale di Catania. C’è anche il gelese quarantottenne Gaetano Sanfilippo, in passato coinvolto in altre indagini. È stato disposto il carcere così come per il commercialista Antonio Paladino. Le fiamme gialle del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania hanno anche eseguito il sequestro preventivo di 28 società commerciali coinvolte nella frode fiscale e di disponibilità finanziarie, beni mobili ed immobili, riconducibili ai principali indagati. Il valore complessivo è di circa 8,2 milioni di euro. Domiciliari per Sergio Riitano, Giuseppe Paparatto, Mariangela Granvillano e Simonetta Massimi. Divieto di esercitare uffici direttivi per persone giuridiche, per un anno, a Angelo Portale, Angela Di Prima, Caterina La Ferlita, Domenico Francesco Strano, Maria Salvo, Adriana Mercorillo, Gianluca Tagliaferro, Cinzia Gianformaggio, Monica Lo Savio Pagano. Le indagini, svolte anche con intercettazioni e accertamenti bancari, hanno svelato un sistema di frodi fiscali, realizzato creando consorzi di imprese con il solo scopo di procurare manodopera a favore delle aziende clienti, con falsi appalti di servizi. Gli inquirenti hanno deciso di approfondire le anomalie emerse, in prima battuta, durante una serie di controlli fiscali che riguardavano soprattutto imprese operanti nel settore turistico-alberghiero di Sicilia, Calabria e Lazio. Evadendo imposte dirette, iva e contributi previdenziali, le aziende coinvolte sarebbero state in grado di praticare tariffe più convenienti, realizzando così degli elevati margini di guadagno. “Il meccanismo di frode – si legge nella nota della guardia di finanza – si sarebbe basato su uno schema operativo ricorrente. In primo luogo, la costituzione di entità giuridiche in forma di consorzi (Consorzio Logatrans e Consorzio In&Out, con sede legale rispettivamente a Roma e Firenze) e società consorziate (oltre 26 distribuite tra le province di Milano, Firenze, Roma, Catania e Messina), tutte prive di una propria organizzazione, di mezzi e senza l’assunzione di alcun rischio d’impresa”.

Negli ultimi cinque anni, il giro di fatture false legato al sistema di frode sarebbe stato pari a oltre 56 milioni di euro di imponibile e oltre 13 milioni di iva, garantendo guadagni per oltre 8 milioni di euro, la metà dei quali sarebbe stata distribuita agli organizzatori sotto forma di compensi professionali, stipendi, rimborsi spese. Gli inquirenti hanno accertato come una figura di spicco fosse il commercialista Antonio Paladino, il cui studio si trova a Catania, insieme al suo collaboratore Gaetano Sanfilippo. Furono coinvolti in un’altra indagine finanziaria, risalente a quattro anni fa e ribattezzata “Fake credits”. Gli altri collaboratori di Paladino e Sanfilippo farebbero parte di una serie di personaggi fedeli, pronti ad assumere il ruolo di amministratore di diritto delle diverse società via via costituite, facendo da paravento all’attività da loro svolta ed informandoli anche nei casi di avvio di ispezioni da parte della guardia di finanza.

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