Gela. Stipendi arretrati e futuro sempre più incerto. Smim ed Eurocoop in prefettura. Mentre, nelle scorse ore, gli operai della Smim hanno nuovamente protestato davanti alla prefettura di Caltanissetta, arriva la fissazione di un nuovo vertice. Il loro caso e quello dei circa cinquanta operai Eurocoop verrà valutato, proprio in prefettura, il prossimo giovedì. Al centro dell’incontro, c’è soprattutto il ritardo nei pagamenti degli stipendi arretrati. Una richiesta in tal senso era arrivata dalle sigle sindacali di Fiom, Fim e Uilm. Nel caso di Eurocoop, i lavoratori attendono salari arretrati anche fino a due anni.
I confederali ancora contro la Regione. Tutto questo mentre la Regione sembra proseguire lungo la strada del silenzio sul fronte della copertura delle tranche di ammortizzatori sociali straordinari in favore dei lavoratori dell’indotto Eni usciti dal ciclo produttivo. Così, i segretari confederali sparano ancora a zero verso il governo regionale. “La lotta dei lavoratori, la loro pazienza, il buon senso di alcuni imprenditori, il puntuale lavoro della prefettura non possono ricevere la distanza istituzionale del governo regionale che, in questa complessa vertenza, sta dimostrando inaffidabilità e colpevole disattenzione – spiegano Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania – tutti devono rendersi conto e prender coscienza della disperazione presente in migliaia di famiglie già in crisi per carenza lavorativa ed oggi classificabili come nuovi poveri. La Regione può permettersi di non considerare la “vertenza Gela” tra le più drammatiche nell’ultimo ventennio nel sud Italia? Può, la stessa Regione, costringere lavoratori e sindacato a manifestazioni estreme che rischiano di compromettere l’ordine pubblico? Può la Regione ledere la dignità di tanti uomini e tante donne in attesa di risposte concrete? Il silenzio del governo regionale fa sorgere altre domande e tra queste una la poniamo pubblicamente: per caso non esistono le somme stanziate da parte del governo regionale riferite agli ammortizzatori sociali? Se così fosse perché lo stesso governo non ha detto nulla durante la riunione del 24 febbraio al ministero? Questo atteggiamento inquieta il sindacato confederale che pretende dal governo una risposta chiara così da comprendere quale strada intraprendere per tutelare il reddito di centinaia di lavoratori. Il silenzio, in particolar modo delle istituzioni, complica la vita dei lavoratori e rende impossibile ogni relazione sindacale”.