Sindacati denunciano: "Riva&Mariani sta epurando i propri dipendenti, azienda bluff"
Ritengono che dietro possa esserci una precisa intenzione dell'azienda
Gela. “Un'epurazione di lavoratori”, che si trovano spesso nella condizione di doversi dimettere o addirittura di patire licenziamenti. Le segreterie di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, denunciano pubblicamente la condotta dei vertici dell'azienda “Riva&Mariani”, da anni impegnata nel sito locale di Eni. “Una vera e propria epurazione di lavoratori ritenuti non utili all’azienda, vengono messi in condizioni di doversi dimettere o addirittura di essere licenziati, indicando come causa un percorso di riorganizzazione del cantiere locale all’interno della bioaffineria, con la perdita di una commessa che impatterebbe per la metà delle attività ma che peraltro è stata in parte compensata da un subappalto da altre aziende dell’indotto, proprio in favore di Riva&Mariani”, sottolineano i segretari Rosario Catalano, Carmelo Tandurella e Maurizio Castania. Ritengono che dietro possa esserci una precisa intenzione dell'azienda. “Nonostante l’impegno profuso dalle organizzazioni sindacali, da Sicindustria e da Eni, “Riva&Mariani” pur sottoscrivendo verbali di accordo per la gestione dei lavoratori, va avanti per la propria strada minacciando prima e licenziando dopo, con pretesti alquanto discutibili, operai che hanno fatto la storia dell’azienda delle coibentazioni termoacustiche”, aggiungono i segretari e la rappresentanza Rsu. Spiegano che sta montando un “vero e proprio bluff”, rafforzato “dalle notizie che danno per imminente la vendita dell'azienda ad altre del settore”. Nonostante le insistenti richieste che pervengono dalle organizzazioni sindacali, l'andazzo non cambia. “Ancora una volta notiamo una riluttanza da parte di “Riva&Mariani” a utilizzare ammortizzatori sociali e la mancata applicazione di quanto previsto dal Contratto colletivo chimico coibenti in merito ai trasferimenti dei lavoratori. Lo scorso 24 luglio avevamo già denunciato un comportamento scorretto dell’azienda, chiedendo un incontro urgente con la stessa società, nonché con le aziende committenti, Sicindustria e il coinvolgimento del prefetto di Caltanissetta, ma evidentemente trovare soluzioni per la gestione dei lavoratori non è prioritario quanto l’abbandono delle attività sul territorio gelese, che ancora una volta produrrà tensioni che coinvolgeranno altri lavoratori dell’indotto e del diretto del comparto industriale Eni”, concludono i sindacalisti.
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