Gela. Si ipotizza un giro d’affari milionario dietro il polverone alzato dai residenti della frazione balneare di Manfria per la presenza di migranti richiedenti asilo politico.
La cooperativa sociale “Progetto vita” di Caltagirone, ha acquistato l’ormai ex albergo “Villa Daniela” dopo essersi aggiudicata l´appalto per l´affidamento del servizio di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, presenti nella provincia di Caltanissetta, in ati con l’associazione “San Filippo Apostolo” di Caltanissetta, società “Petix” di Montedoro, cooperativa “Montesolidale” di Montedoro e “Ad Majora” di Mazzarino, come sancito dal decreto prefettizio del 17 novembre scorso. La struttura potrà ospitare fino a 230 rifugiati politici. Pare che si stia pensando di apportare modifiche alla Villa Daniela.
I residenti di Manfria non ci stanno. Tra i residenti della frazione balneare di Manfria si parla di emergenza sociale a causa di due diversi episodi, uno dei quali segnalato da una donna che giura di essersi imbattuta nell’invito avanzato da cinque uomini di colore, visibilmente alticci, di “andare con loro a divertirsi”. Quasi a confermare il particolare desiderio sessuale è il gestore del bar-pizzeria “3P”, Antonino Pizzardo, secondo il quale “almeno otto migranti hanno chiesto esplicitamente dove avrebbero potuto trovare donne per fare sesso”. La segnalazione è stata avanzata al locale commissariato di polizia che ha effettuato una perlustrazione della zona, solo in via cautelativa. “Questa mattina incontreremo alcuni rappresentanti della giunta comunale – assicura Antonino Pizzardo – Dopo pochi giorni dall’insediamento dei migranti presso l’ex Villa Daniela, residenti e normali frequentatori del nostro locale hanno già cambiato le loro abitudini. Le donne sole non vengono più”. Qualcuno dei richiedenti asilo politico avrebbe chiesto ai gestori del “3P” di spostare l’orario di chiusura. “Volevano che finissi il turno lavorativo alle dieci di sera – avevano consumato anche birre. Non ho sentito ragioni. Alle venti ho chiuso la porta e loro sono andati in giro, probabilmente a bivaccare”.
“Mi hanno molestata”. “Tornavo a casa – ammette Jessica Platania – erano da poco trascorse le venti. Lungo la strada cinque uomini di colore non hanno esitato a sbattere le mani contro la carrozzeria della mia macchina. Mi hanno invitato ad andare con loro a divertirmi. Ero sola e al buio. Non ho potuto fare altro che accelerare e andare via. Domattina sporgerò regolare denuncia. Quei cinque erano sicuramente molto ubriachi. Si reggevano in piedi appena”.