Gela. Condannato a tre mesi di reclusione, con pena sospesa, per una serie di atti osceni che presero di mira la vicina di casa. L’uomo si sarebbe più volte masturbato osservando la donna che, intanto, era impegnata nelle pulizie della propria abitazione, a ridosso di quella dell’imputato. Una presenza sempre più ingombrante che, alla fine, ha spinto la vittima a denunciare. La donna si è costituita parte civile nel procedimento con l’avvocato Anna Comandatore. Il giudice, Chiara Raffiotta, nel dispositivo letto in aula, ha riconosciuto alla vittima anche il diritto al risarcimento dei danni. Le molestie sarebbero iniziate nell’aprile di quattro anni fa, quando il disoccupato si trasferì in un appartamento a poca distanza da quello della donna presa di mira. “Il vicino di casa, più volte, si è masturbato mentre mi osservava sulla veranda della mia abitazione – ha spiegato in aula la donna – ero terrorizzata soprattutto per i miei figli”. L’attenzione sarebbe stata morbosa. “Era diventato tutto insostenibile – ha aggiunto la vittima degli atti osceni – teneva sempre la finestra del bagno aperta e, quando mi vedeva, iniziava a masturbarsi”. Non a caso, il legale della donna ha messo in luce lo stato di frustrazione psicologica che l’avrebbe costretta a evitare di uscire dalla propria abitazione. La descrizione resa è stata confermata anche dalla sorella che, dopo le tante lamentele, aveva deciso di assisterla in prima persona recandosi spesso nell’abitazione di famiglia. Adesso, è arrivata la decisione del giudice Chiara Raffiotta. Il pubblico ministero Tiziana Di Pietro ha chiesto una condanna ancora più pesante a sei mesi di detenzione. Dopo un lungo periodo di sopportazione, la donna, finita al centro delle attenzioni del disoccupato, sostenuta dalla famiglia, decise di sporgere denuncia. La sua quotidianità domestica era diventata insostenibile.