Gela. Le ore di servizio diminuiscono annualmente, il numero di assistiti si riduce ma le operatrici che si occupano dell’assistenza ad invalidi ed anziani aumentano.
Un’incongruenza messa in luce proprio dalle stesse lavoratrici impegnate nelle cooperative che svolgono il servizio su commissione dell’ente comunale.
“Ci sono troppe stranezze in questi dati – spiega il segretario della camera del lavoro Ignazio Giudice – davanti a numeri che calano costantemente, quella che non si riduce è la percentuale di lavoratrici. Evidentemente, qualcuno riesce a far assumere nuove operatrici nonostante l’apparente crisi”.
Tredici anni fa, erano trenta le ore settimanali destinate all’assistenza agli anziani: oggi, invece, sono solo dieci.
“C’è di più – spiega la rappresentante sindacale all’interno della cooperativa Progetto Vita Maria Palumbo – il sistema degli accreditamenti ha prodotto un disordine totale. Addirittura, le cooperative impegnate in questo settore si fanno la concorrenza utilizzando sistemi illeciti. In molti casi, agli anziani si promette l’assunzione di loro parenti. Basta farsi assistere dalle operatrici di quell’impresa per ottenere un posto di lavoro o, addirittura, i pacchi alimentari normalmente destinati agli indigenti”.
Le accuse, quindi, non mancano rispetto ad un sistema che non garantisce neanche la regolarità dei pagamenti.
“Ci hanno tolto la dignità – dicono molte delle operatrici in agitazione – dobbiamo aspettare mesi per avere, a mala pena, trecento euro. Ma questa è legalità?”.
Ignazio Giudice, intanto, ha inoltrato una richiesta immediata d’incontro sia al primo cittadino Angelo Fasulo che all’assessore ai servizi sociali Fortunato Ferracane. “Sicuramente – continua il sindacalista – ci vogliono dei chiarimenti davanti alla situazione, per molti aspetti tragica, di oltre cento lavoratrici. Parliamo della parte più importante dell’indotto comunale”.
Operatrici che, solo quattro giorni fa, hanno ricevuto le retribuzioni del mese di novembre. “Con questo ritmo – ammette Maria Palumbo – molte mie colleghe non riescono neanche a coprire il costo dei corsi di specializzazione svolti per mettersi in regola con le norme di legge. Qualcuno, per caso, ha mai effettuato controlli per capire se tutte le cooperative impegnate in questo settore siano in regola con i criteri fissati dalla normativa?”.
Tra presunti padrini politici e il sospetti d’irregolarità nella gestione delle cooperative: il sistema d’assistenza ad anziani e inabili rischia il blocco. A questo punto, i sindacalisti della Cgil attendono una risposta da Palazzo di Città.