Gela. I beni del patrimonio dell’allevatore Maurizio Trubia sarebbero tutti legati a fonti lecite e all’attività svolta nel tempo. Una conferma l’ha fornita il consulente del lavoro, sentito davanti ai giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta. Nei confronti di Trubia, che è stato coinvolto in procedimenti penali di mafia perché considerato parte del gruppo Emmanuello, è stato disposto il sequestro per un totale di circa 500 mila euro. Sotto confisca potrebbe finire anche il gregge, oltre agli immobili e ai conti correnti individuati dagli investigatori. Il consulente ha risposto alle ulteriori richieste di approfondimento avanzate dal pm. Per la difesa, sostenuta dall’avvocato Nicoletta Cauchi, non ci sarebbe alcuna irregolarità nel patrimonio a disposizione di Trubia. E’ stato il legale ad ottenere l’esame del consulente. Negli scorsi anni, dopo una prima condanna, l’allevatore è stato coinvolto nell’indagine “Redivivi 2”, anche in questo caso con il peso dell’aggravante mafiosa. Questa mattina, è stato a sua volta sentito e ha spiegato di aver sempre lavorato.
Ha ammesso che le difficoltà sarebbero maturate dopo il coinvolgimento nelle indagini della Dda di Caltanissetta. Secondo i pm, sarebbe stato individuato come possibile reggente di Cosa nostra locale, dopo la morte di Daniele Emmanuello. La decisione nel giudizio scaturito dall’indagine “Redivivi 2” potrebbe pesare sul procedimento in corso al tribunale delle misure di prevenzione, che dovrebbe concludersi il prossimo dicembre.