Gela. Il centrodestra s’è preso la vicepresidenza del consiglio comunale, lacerando ancora di più le vesti di un centrosinistra che non si riesce proprio a compattare. Il forzista Salvatore Scerra passa alla seconda votazione, con quattordici preferenze. Ergo, qualcuno l’aiutino glielo ha garantito dai banchi dei rivali. Dieci voti, in blocco, sono arrivati dal suo gruppo, uno dall’ex dem Vincenzo Cirignotta e tre proprio dagli “avversari”. In aula, in pochi minuti, si è scatenata la caccia al “traditore”. Dem, crocettiani e consiglieri di Sicilia Futura non sono riusciti ad avere la meglio sul centrodestra, con Scerra, che dopo il flop della mozione di sfiducia, ha voluto lanciare messaggi di “forza” politica. In casa centrosinistra, invece, è il solito tutti contro tutti. Due voti a Scerra sono arrivati proprio dal Pd e uno da Sicilia Futura. Se intesa doveva esserci, quelli di centrosinistra l’hanno decisamente bucata. Il dem Salvatore Gallo, che era il candidato proprio del centrosinistra, ha incassato dieci preferenze. “Faccio i complimenti a Scerra – dice – e rimangono comunque un consigliere sempre aperto al dialogo”. Tra i banchi del centrosinistra, non sono mancate parole al “veleno” nei confronti del presidente dem Alessandra Ascia (ritenuta tra i pro-Scerra) e i toni si sono alzati, quando i suoi alleati hanno chiesto di visionare tutte le schede votate. Il presidente dell’assise civica e il segretario generale di turno non hanno accolto l’invito. Non è la prima volta che il centrodestra riesce a mettere a nudo le troppe ferite di un centrosinistra che deve rifondare, sempre che ci siano le condizioni. I grillini, alla fine, hanno scelto di sostenere il loro candidato “interno”, con i quattro voti andati a Simone Morgana.
Di Modica contro Ascia. Intanto, ad Ascia giunge l’addio di Angela Di Modica, che ha rassegnato le sue dimissioni dall’ufficio di presidenza. “Si ritorna in aula dopo il giorno della sfiducia come se nulla fosse accaduto. Rassegno le dimissioni dall’ufficio di presidenza – spiega – Le mie prerogative di donna e di consigliere comunale indipendente non sono state garantite dal presidente del consiglio che ha sempre gestito i lavori in aula in modo confuso e spesso superficiale. Il presidente del consiglio è stato il vero artefice del difetto di notifica della mozione di sfiducia. La maggior parte degli atti arrivano con estremo ritardo nelle commissioni e in aula consiliare. Nonostante io sia stata eletta dai colleghi consiglieri quale componente dell’ufficio di presidenza non sono mai stata messa nelle condizioni di poter adempiere al ruolo conferitomi. Sono stata sempre esclusa dalle decisioni in merito agli atti ed è da ben quattro mesi che non vengo convocata e senza motivo alle conferenze dei capigruppo. Dopo le aggressioni verbali di cui sono stata vittima in aula – continua – la stessa dove il presidente ogni anno celebra con coccarda rossa al petto la giornata contro la violenza sulle donne, non ha preso alcun provvedimento disciplinare nei confronti di colleghi che hanno tentato di intimidirmi ed aggredita sotto le telecamere e dell’intera città. Non sono stata per nulla sostenuta e garantita neanche per gli attacchi subiti al di fuori dell’aula. Non dovremmo essere qui a spartire incarichi. Un presidente che garantisce solo se stessa ed il proprio partito e qualche consigliere amico. È chiaro che oggi non si voglia parlare di mozione di sfiducia perché ciò che è stato dichiarato non ha avuto seguito. I partiti politici si sono dichiarati tutti pronti a votarla, per poi sostenere di non volerla più presentare. Oggi si è ritornati in aula per accaparrarsi qualche incarico e cedo di buon cuore il mio”.
In aula, nonostante la baraonda, è comunque passato il bilancio consolidato 2016, seppur tra i tanti dubbi espressi da Carmelo Casano e il no del democratico Guido Siragusa. La giunta, alla fine, dieci voti li ha comunque messi da parte. Il centrosinistra sarà costretto ad un nuovo esame di coscienza, anche se già molti si dicono “fedeli alla linea”. I consiglieri di Sicilia Futura ribadiscono di aver votato secondo lealtà verso il candidato di coalizione e i dem, sia quelli pro-Gallo sia quelli pro-Scerra, cercano di salvare le apparenze politiche. Gli avversari passano alla cassa e vincono questa mano.
Non si riesce a spiegare la confusione che regna nel consiglio comunale,consigleeri che cambiano casacca accaparramento di poltrone partiti che si scindono ma in quale citta ci troviamao roba da terzo mondo e gela si sta perdendo completamenre