Gela. “Le risposte alle nostre istanze sui disservizi sanitari arrivano dalle istituzioni territorialmente più lontane, mentre quelle nazionali, regionali e locali tacciono”. L’avvocato Eugenio Catania, portavoce di un cartello di associazioni locali e fondatore di Gela-Brainstorming, commenta così la risposta ricevuta dalla Commissione Ue, che è ritornata sul caso dei sette pazienti morti ad inizio anno, dopo il trasferimento dalla terapia intensiva del “Vittorio Emanuele” a quella del “Sant’Elia” di Caltanissetta. Più in generale, nelle istanze inoltrate alla Commissione Ue, proprio Gela-Brainstorming, la Consulta per le disabilità, il Comitato spontaneo vittime del 20 gennaio, l’associazione H, il comitato studenti e la consulta giovanile, hanno sottolineato gli effetti che si registrano sul territorio a causa di tagli, reparti chiusi e assenza di risorse destinate allo sviluppo del sistema sanitario locale. “Nella risposta, si richiama il monitoraggio che verrà assicurato dall’Ue sui finanziamenti del Pnrr per la sanità locale – aggiunge Catania – è importante inoltre che le istituzioni europee esprimano il loro cordoglio per quanto accaduto”. Il cartello di associazioni non intende fermarsi. “Stiamo organizzando un’iniziativa per giungere alla presidenza della Repubblica e rendere pubblico, a livello nazionale, quello che è accaduto ad inizio anno, con il decesso dei pazienti positivi al Covid, e per chiedere vera attenzione per la sanità cittadina. Non capiamo perché un cittadino del territorio non possa avere gli stessi diritti e gli stessi servizi che sono assicurati in Friuli-Venezia Giulia oppure in altre zone della Sicilia”, aggiunge Catania.
“Ad oggi, solo la Commissione Ue ha dato riscontro – precisa – cosa che non siamo riusciti ad avere dalle istituzioni nazionali, da quelle regionali, dall’amministrazione comunale e dalla commissione sanità”. Le associazioni che si sono rivolte alla Commissione Ue hanno più volte aderito alla mobilitazione locale per rivendicare servizi e un rafforzamento delle strutture sanitarie locali. Ancora oggi, però, sono tante le falle da sanare.