Gela. Il piano finanziario di utilizzo delle royalties estrattive è rimasto lettera morta, mentre i giudici della Sezione di controllo della Corte dei Conti hanno appena respinto la pratica di destinare quei soldi alla spesa corrente, oramai una consuetudine finanziaria in municipio. Il consigliere comunale dem Guido Siragusa, che tre anni fa fu il proponente dell’atto di indirizzo, rilancia l’allarme. “Quell’atto, che prevedeva una dettagliata gestione degli introiti delle royalties – spiega – non è mai stato adottato dalla giunta del sindaco Domenico Messinese. Dal 2012, in Comune, chiedo che si faccia chiarezza sulla gestione di queste risorse. Adesso, i nodi vengono al pettine e i magistrati della Corte dei Conti hanno accertato una situazione finanziaria gravissima”. Tra i punti deboli emersi nella deliberazione della corte, incentrata sul rendiconto 2015, sul previsione 2016/2018 e sul rendiconto 2016, c’è proprio l’uso delle royalties, che in sostanza l’amministrazione Messinese ha continuato ad impiegare come tappabuchi contabili.
I debiti sui rifiuti. “La gravità dell’intera situazione – continua – è dimostrata anche dal fatto che nella deliberazione si faccia una disamina molto critica delle scelte della giunta nella gestione del servizio rifiuti. Il consiglio comunale ha bocciato gli aumenti della Tari ed ha tutto il diritto di farlo, come spiegato nella deliberazione. Invece, l’amministrazione comunale, pur in assenza di coperture finanziarie, ha deciso autonomamente di rafforzare i servizi e di far aumentare in modo spropositato i costi. I debiti valutati dalla Corte sono solo una minima parte. Credo, anche alla luce del contenuto della decisione dei magistrati, che sia necessaria una nuova commissione di indagine sui rifiuti”.