Gela. Si aggrava la posizione di Crocifisso Di Giacomo, sotto processo insieme al figlio Paolo Quinto per usura. Tre componenti della famiglia che avrebbe subito minacce e ritorsioni, oltre che il pagamento di un prestito ad usura, hanno confermato ieri in tribunale tutte le accuse nei confronti dei due imputati.
A deporre sono stati i coniugi Lignano e la figlia di questi ultimi, vittime nel processo insieme all’imprenditore Alessandro Lignano. Al collegio penale del tribunale hanno raccontato che in effetti il figlio Alessandro si rivolse ai Di Giacomo in un momento di difficoltà per ottenere un prestito di ventimila euro. Quando quest’ultimo non riuscì più a pagare il padre provò a mediare, pagando anche qualche rata. Da quel momento sarebbero però iniziate le minacce, le violenze e le ritorsioni, al punto che Lignano venne anche morso alla guancia in una occasione da Paolo Di Giacomo.
L’imprenditore edile Alessandro Lignano ha detto che nel 2007 la sua azienda, la Edilfer, era in difficoltà economiche e per questo si rivolse ai Di Giacomo per avere un prestito. Da lì sarebbero cominciati i guai. I difensori hanno fatto rilevare che Lignano lo stesso anno in cui versava in difficoltà economiche acquistò un’auto di lusso del costo di quasi 50 mila euro.