Riecco i proclami di sempre, senza programmi tutti profeti del "bene della città"
Gela. Con l’esperienza amministrativa dell’ex sindaco Domenico Messinese ormai consegnata al passato, ritorna di moda il candidato. In vista delle elezioni del prossimo anno, già tanti si muovono. Non...

Gela. Con l’esperienza amministrativa dell’ex sindaco Domenico Messinese ormai consegnata al passato, ritorna di moda il candidato. In vista delle elezioni del prossimo anno, già tanti si muovono. Non c’è solo chi pensa alla poltrona più importante, quella di primo cittadino, ma molti fanno i conti per capire se ci sia la possibilità di entrare comunque in municipio, sedendosi in consiglio comunale. Questa volta, sarà ancora più difficile, dato che i trenta consiglieri della sindacatura appena conclusa si ridurranno e di conseguenza l’asticella si alzerà notevolmente. Insomma, servono tanti voti per provare l’avventura. Per ora, i programmi cedono il passo ai proclami. Ritornano in auge i motti di sempre. Il “bene della città” e l’invito alla “salute pubblica” non muoiono praticamente mai. La campagna elettorale del resto è tutt’altro che entrata nel vivo. I partiti devono chiarirsi le idee e i movimenti che in queste fasi nascono senza colpo ferire cercano di capire in quale direzione orientarsi. I programmi latitano, anzi per ora non li ha visti nessuno. Del resto, partiti, movimenti e associazioni varie prima preferiscono pensare al “bene della città” chiudendo liste e tentando di arrivare all’incastro giusto. I programmi arriveranno, con il rischio che si possa trattare dei soliti impegni di massima, gettati al macero una volta varcata la soglia del municipio.
Le elezioni anticipate arrivano in una fase di buio quasi assoluto per una città, attualmente retta da un commissario straordinario scelto dal presidente della Regione Nello Musumeci (che la prossima settimana arriverà in visita ufficiale). Bonifiche, Eni, turismo, infrastrutture varie. Come da tradizione, tutti gli aspiranti sembrano già avere la soluzione in pugno. Quelli che puntano veramente alla successione di Messinese si guardano bene dall’uscire allo scoperto e chi lo fa adesso probabilmente non arriverà alle urne del prossimo anno. Dalle segreterie dei partiti principali, c’è anche chi lo ammette. “Troppa confusione in giro”. Questo invece sembra il momento di chi tenterà di salire sul carro politico giusto. Si sonda il terreno in attesa di una chiamata, magari dagli stessi partiti ritenuti causa di ogni male. La corsa è partita e ovviamente tutti sono in gara per il “bene della città”.