"Rete ospedaliera da migliorare", Caci: "Attaccati da chi fece altre scelte, possiamo crescere in consiglio"
Il gruppo locale Mpa non intende recedere dal progetto che ha contribuito a plasmare e non esclude un rafforzamento ulteriore


Gela. Le frecciate politiche, in un anno di amministrazione comunale del sindaco Di Stefano, non sono mai mancate, con bersaglio gli autonomisti dell'Mpa, oggi nel progetto "Grande Sicilia". I lombardiani si rivedono, in Regione, nel governo di centrodestra del presidente Schifani. In città, invece, decisero di stare nel "modello Gela" del primo cittadino, con colori soprattutto progressisti e civici. Un'ambivalenza, secondo anche alcuni alleati, che prima o poi andrà affrontata, senza dimenticare il precedente delle provinciali di secondo livello. Gli autonomisti, però, non sembrano per niente interessati ad accodarsi davanti a ragionamenti di questo tipo. Sono concentrati sulle priorità amministrative e sui temi che incidono sulla città. "La rete ospedaliera? Da una prima disamina - spiega il riferimento territoriale Mpa Rosario Caci - non pare spostare nulla di particolare rispetto all'esistente. Però, c'è da stare attenti. Noi siamo abituati non a fare proclami ma a muoverci con atti alla mano. È una prima proposta. Non mi attrae la strategia della denuncia a prescindere. Penso invece che ancora più importanti saranno l'atto aziendale e la dotazione organica, strumenti che ci permetteranno di valutare ancora più in profondità. Non c'è dubbio che reparti come urologia e ortopedia, solo per fare due esempi tra i più immediati, necessitano di un rafforzamento. Con le proposte giuste, ritengo che si potrà arrivare a un'intesa, a garanzia del nostro nosocomio e dei pazienti". Una disamina che Caci, da dirigente ospedaliero, conduce sulla base di elementi legati all'esperienza quotidiana nel nosocomio locale, avendo inoltre la veste di rappresentante sindacale. La scorsa settimana, il primo cittadino Di Stefano, in aula consiliare, ha illustrato i contenuti della relazione annuale. Gli autonomisti sono rappresentati in giunta ma non in consiglio. Caci non fa passi indietro rispetto alla scelta formalizzata un anno fa, quando i lombardiani, alle amministrative, sostennero Di Stefano, prendendo le distanze da un centrodestra poi presentatosi diviso. "Personalmente, vedo un'amministrazione attiva - continua l'esponente di "Grande Sicilia"-Mpa - non è facile lavorare sotto dissesto e con personale ai minimi. Ho la sensazione che la città stia rispondendo favorevolmente. Tutto può essere migliorato ma quanto fatto fino a oggi mi convince. Tutti gli assessori si stanno impegnando. Sarà fondamentale il bilancio stabilmente riequilibrato, per dare finalmente lo strumento in grado di assicurare più risorse e servizi". Gli autonomisti che stanno nella giunta comunale sanno bene di essere spesso al centro dell'attenzione politica, sia dentro sia fuori Palazzo di Città. "Chi dice che la giunta Di Stefano non può andare verso una direzione univoca fino a quando ci sarà la nostra presenza o che la nostra collocazione sarebbe comunque incoerente - precisa Caci - un anno fa, si collocò contro il sindaco, non riconoscendosi nel progetto. Noi, con il pieno assenso del presidente Lombardo, abbiamo fatto una scelta precisa, sostenendo il sindaco e oggi continuiamo a lavorare con il nostro assessore". All'indomani delle provinciali di secondo livello, con "Grande Sicilia" insieme a Tesauro, sembrò che il rapporto politico tra Di Stefano e i lombardiani fosse arrivato ai titoli di coda. Invece, il gruppo locale Mpa non intende recedere dal progetto che ha contribuito a plasmare e non esclude un rafforzamento ulteriore. "Il sindaco è stato chiaro con tutti - conclude Caci - ha delle priorità amministrative e non intende intervenire nelle dinamiche interne dei partiti. Mi sembra che abbia dato risposte eloquenti a tutti. Nuovi ingressi nel nostro gruppo? Ci fa piacere che possa esserci l'interesse di qualcuno, probabilmente persuaso dal nostro modo di fare politica. Speriamo, a breve, di concretizzare un percorso consiliare". Non mancano gli accostamenti alla bandiera di "Grande Sicilia", proprio tra i banchi dell'assise civica.