Quattro trucidati durante la guerra di mafia, alla sbarra tre affiliati a cosa nostra

 
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Gela. Quattro esecuzioni di mafia ricostruite davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Caltanissetta. Si è aperto, così, il processo di secondo grado nei confronti di Emanuele Emmanuello, Salvatore Morello ed Emanuele Argenti, i tre sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Sergio Monaco e Antonio Impellizzeri.

Stando alle accuse, gli imputati, già condannati all’ergastolo in primo grado, avrebbero partecipato all’organizzazione e alla messa in atto degli omicidi di Salvatore Lauretta e Orazio Coccomini, Francesco Cavallo e Giacomo Di Stefano.
Tutte uccisioni legati alla guerra di mafia scoppiata tra i gruppi di stidda e cosa nostra. Parti civili nel processo si sono costituite le famiglie degli uccisi, rappresentante dagli avvocati Carmelo Tuccio e Giovanni Cannizzaro.
All’apertura del dibattimento, il procuratore generale Antonino Patti ha chiesto di produrre una serie di documenti che avallerebbero le accuse mosse nei confronti dei tre imputati.

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