Gela. Il programma “Qualità dell’abitare” entra nel vivo. Attraverso il Ministero delle infrastrutture, sono stati riconosciuti finanziamenti per trenta milioni di euro, a copertura di due progetti presentati dall’amministrazione comunale. Si tratta di interventi di riqualificazione di ampie aree della città, dalla periferia e fino al lungomare Federico II di Svevia. I funzionari ministeriali, oggi, hanno avuto una lunga call, con tutti i rappresentanti dei Comuni che hanno ottenuto l’accesso alla graduatoria dei finanziamenti. C’erano anche il vicesindaco Terenziano Di Stefano, i componenti della commissione consiliare sviluppo economico e i tecnici comunali, che stanno seguendo l’iter. La prossima settimana, dovrebbe essere formalizzata la notifica del decreto e della convenzione. “Per la firma avremo un termine, fino al prossimo 31 marzo – dice Di Stefano – appena sarà siglata la convenzione, che stiamo già valutando, ci sarà un anno di tempo per completare la progettazione esecutiva e arrivare alla determina a contrarre, per l’affidamento dei lavori”. Il sistema “Qualità dell’abitare” è stato ormai conformato, a livello normativo, al modello del Pnrr. L’anticipazione finanziaria che sarà concessa all’amministrazione comunale sarà, quindi, del dieci per cento (inizialmente era stata fissata al cinque per cento). Per Palazzo di Città, si tratta di somme che si aggirano intorno ai tre milioni di euro e serviranno a coprire fasi importanti, come quella della progettazione. La prossima settimana, dovrebbe ripartire il tavolo tecnico, coordinato dall’assessore Di Stefano e del quale fanno parte le commissioni sviluppo economico e urbanistica. Una prima decisione bisognerà prenderla, da subito. C’è la possibilità di aderire all’accordo tra Invitalia e l’Anci. In questo caso, sarebbe proprio Invitalia a fare da supporto, durante lo sviluppo delle varie “tappe” di “Qualità dell’abitare”.
Rimane però in piedi l’ipotesi di una scelta alternativa, con un gruppo di tecnici esterni, anche per la progettazione, senza passare dalla struttura centralizzata di Invitalia, che ad oggi sul territorio non ha garantito troppi riscontri. Il “precedente” dell’accordo di programma e dell’area di crisi complessa, si fa sentire. Invitalia avrebbe dovuto rappresentare un punto fermo, con una struttura per giungere agli investimenti, che ad oggi non sono mai stati concretizzati. I funzionari ministeriali hanno anche anticipato l’attivazione di una piattaforma informatica, per mettere in rete tutti i Comuni che hanno ottenuto i finanziamenti e monitorare ogni fase.