“Ha precedenti penali ma può lavorare”, accolta richiesta professionista

 
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Caltanissetta. Può rimanere in Italia ed ottenere un provvedimento che gli consenta la regolarizzazione lavorativa.

I giudici del tribunale amministrativo di Palermo hanno scritto la parola fine sul caso di un giovane africano, residente in città, che si era visto negare qualsiasi possibilità di regolarizzazione a causa di alcuni precedenti penali che pendono sul suo capo.
In sostanza, i magistrati amministrativi hanno accolto il ricorso presentato dal suo avvocato su iniziativa del datore di lavoro, la professionista Maria Grazia Marchese.
Sono state bocciate, invece, le tesi esposte dai legali dell’avvocatura distrettuale dello stato che rappresentavano il ministero dell’interno e lo sportello unico per l’immigrazione.
I giudici palermitani, nella sentenza emessa, precisano che la presenza di precedenti penali non sono sufficienti a dimostrare la pericolosità sociale di Diop Demba.
Fra gli elementi messi in luce dai giudici, inoltre, l’incostituzionalità, già sancita dai magistrati della Consulta, della norma nazionale che, fino a qualche mese fa, escludeva la possibilità di emersione dal lavoro nero per i migranti con precedenti penali alle spalle.
I giudici del tar, inoltre, hanno riconosciuto il diritto dello stesso migrante ad ottenere la copertura delle spese legali sostenute attraverso il gratuito patrocinio dello stato.

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