“Era nel commando che uccise Bellomo”, chiesti 17 anni per Curvà

 
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Gela. Le prove sono state confermate anche nel corso dell’istruttoria. Per questo motivo le ulteriori richieste della difesa vanno rigettate e la condanna di primo grado va confermata.

Il procuratore generale Ferdinando D’Asaro ha chiesto che la corte d’appello confermi la stessa pena per Emanuele Curvà, 17 anni e 4 mesi, uno degli autori dell’omicidio di Luciano Bellomo, ucciso il 24 settembre del 2007.

Il difensore di Curvà, avvocato Maurizio Scicolone, aveva chiesto di poter nominare un perito telefonico informatico per stabilire con esattezza dove si trovasse il suo assistito all’ora del delitto. Il pg si è opposto, così come la corte. Prima della lunga requisitoria la corte aveva sentito un ispettore, il quale ha spiegato che la cellula telefonica agganciata nella telefonata di Curvà alle 18,38 indica corso Vittorio Emanuele, mentre un agente sostiene di aver visto alle 18,30 Curvà e Cafà al bar la Capannina di Macchitella. Secondo gli esperti però la portata copre oltre tre chilometri di raggio, per cui è possibile che  che la cellula abbia agganciato nella stessa area.  

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