Gela. Il sindaco del Comune di Enna, a fronte dell’ennesimo spostamento delle elezioni degli enti intermedi, dovuto alla bocciatura all’Ars della riforma, fa ricorso al Tar e nel volgere di pochi giorni il giudice amministrativo di primo grado risponde dichiarando “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale”. Ancora più importante è il perché si arriva alla Corte Costituzionale. Il Tar infatti riconosce al Comune di Enna “la legittimazione e l’interesse alla preposizione del gravame in epigrafe quale ente coinvolto espressamente dalla legge nella costituzione degli organi di area vasta in Sicilia”. Dunque, un iter regolare senza sollevazione alcuna da parte del Tribunale amministrativo regionale.
Filippo Franzone, presidente del Comitato per lo sviluppo dell’area gelese, conferma che manca una volontà politica locale per prendere una posizione netta. “Invece, quando al Tar si presentarono i cittadini di Gela, Piazza Armerina e Niscemi, nel 2022, il provvedimento ci avvisò nel seguente modo, “resta impregiudicata la valutazione del collegio circa l’ammissibilità del gravame in relazione alla titolarità, in capo ai ricorrenti, dell’interesse “differenziato e qualificato” all’impugnazione degli specifici atti richiamati in epigrafe”. In parole semplici, la titolarità a ricorrere spetta sicuramente alle istituzioni comunali, sindaci o consiglieri comunali, e senza di loro al fianco, perplessità sopraggiungono intorno ad una titolarità in capo ai cittadini. Il nostro sindaco, quando gli fu chiesto di dare incarico legale per difendere le due delibere prodotte da due diversi consigli comunali, i circa 200.000 euro spesi per svolgere il referendum confermativo e la volontà di 24.000 gelesi di voler transitare nell’ente intermedio di Catania, fece una riunione di maggioranza con Forza Italia, Pd, civici, Mpa, UDC, e tutti insieme, allegramente, senza neanche un oppositore o un minimo di
discussione, decisero che per l’ente Comune era meglio non perseguire la via legale. A Gela, con quella scellerata scelta la politica ha deciso che i valori della democrazia, la volontà popolare, le ragioni economiche, storiche e sociali, non valgono un fico secco. Oggi, il sindaco di Enna arriva alla Corte Costituzionale, il sindaco di Gela non è pervenuto. Noi del Csag non ci siamo mai arresi e continuiamo la nostra battaglia, fiduciosi che la democrazia alla fine trionferà, ma non possiamo fare a meno di mostrare il nostro sconcerto su una politica locale che si è mostrata in contrapposizione con la città. Tra poco si voterà per le amministrative, il nuovo sindaco dovrà risolvere prima di ogni altra cosa questa lunga e spinosa vicenda, non dovrà avere alcun timore dei partiti che agiscono contro l’interesse della città, altrimenti continueremo con altri cinque anni di buio”, spiega Franzone in una nota.