Gela. “Il mercato dei carciofi ha stentato soprattutto negli ultimi mesi dell’anno appena trascorso. Regge, invece, la serricoltura. In generale, però, tanti operatori locali risentono soprattutto dei costi esorbitanti dell’acqua”.
“Prezzi troppo bassi per i carciofi”. La crisi industriale del territorio è sotto gli occhi di tutti, con gli operai dell’indotto ancora in strada a protestare, e l’agricoltura cerca di ritagliarsi un ruolo sempre più importante in questo contesto di flessione generalizzata. A fare il punto della situazione sono gli agronomi della provincia insieme al presidente Piero Lo Nigro. “Purtroppo – spiega lo stesso Lo Nigro – le coltivazioni a pieno campo, mi riferisco soprattutto al carciofo, hanno stentato negli ultimi mesi del 2015. I prezzi si sono abbassati fino a venti centesimi. Una situazione molto difficile da sostenere su un mercato sempre più complesso da decifrare. Fortunatamente, il numero di chiusure d’attività è inferiore rispetto agli scorsi anni”.
L’esposizione con le banche. I dati del comparto sono piuttosto chiari, 800 partite Iva, con una media di tre operatori a carico, e oltre 1000 giornalieri, senza considerare l’ampio indotto. In 5 mila si muovo intorno al settore agricolo in città nonostante le tante difficoltà. “Il costo dell’acqua è un fattore da non trascurare – continua Lo Nigro – molte aziende in crisi non riescono di certo a sostenere forniture idriche pagate a peso d’oro. Sono proprio le esposizioni con le banche che possono fare la differenza tra la vita e la morte di una piccola azienda agricola. In più occasioni, abbiamo sottolineato i tanti ostacoli per l’accesso al credito”. Una comparto in difficoltà, quello agricolo, che comunque continua ad attirare l’attenzione di nuovi operatori.