Poche unità al Comune, concorsi a rilento e dipendenti con mansioni superiori non pagate

 
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Il sindacalista Nicola Cannizzo

Gela. Al Comune di Gela si rischia il paradosso. Da un lato la continua riduzione di dipendenti per via dei pensionamenti, che hanno ridotto a circa 300 le unità sugli oltre 600 previsti in pianta organica in relazione al numero di abitanti. Dall’altro però l’immobilismo, che ha bloccato di fatto le progressioni verticali negli ultimi cinque anni degli impiegati superstiti e il ritardo con cui vanno i concorsi. Mentre nella vicina Caltanissetta hanno già bandito il secondo step di concorsi pubblici, al Comune non è stata avviata neanche la prima selezione.

Non solo. Ci sono dirigenti comunali che per sopperire alla carenza di figure amministrative e tecniche “C” e “D” hanno deciso di assegnare le mansioni superiori a figure professionali “B” e “C”. Senza il loro supporto molti servizi sarebbero bloccati o assegnate a poche unità. Eppure il dirigente del settore Personale si è opposto anche alle mansioni superiori poiché a sua detta occorre applicare il regolamento all’esame dell’amministrazione onde evitare che un settore possa prevaricare l’altro, considerato il fondo economico specifico.

Nicola Cannizzo, responsabile della Funzione Pubblica della Cgil ha scritto al sindaco, al segretario generale ed al dirigente del settore Risorse Umane. “Il personale di fascia B e C viene continuamente esposto a responsabilità di rilievo non compensate dall’idonea retribuzione che avrebbe diritto di conseguire”.

Il sindacato sollecita la ripartizione delle risorse per mansioni superiori, insieme ad un congruo piano di nuove assunzioni per i profili mancanti nei settori, considerata oramai la cronica assenza di istruttori amministrativi e funzionari cui assegnare procedimenti complessi.

Cannizzo sottolinea come senza che le cose cambino non si potrà garantire  attività diverse da quelle pertinenti ai profili di assunzione.  Alcuni componenti della Rsu lamentano anche l’utilizzo discrezionale dello smart working con personale che lavora anche due giorni a settimana ed altri che svolgono 36 ore sempre in ufficio, anche a contatto con il pubblico. Anche tre dirigenti comunali sono in smart working, facendo storcere il naso a tanti altri dipendenti.

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