Gela. Non sarà l’Imu, ma si chiamerà Impi. Poco cambia, perché il Comune potrà incassare tributi dalle piattaforme presenti lungo la costa locale. Da quest’anno, con il nuovo decreto fiscale del governo, non ci saranno più contenziosi giudiziari. Le aziende proprietarie delle piattaforme dovranno pagare. Quello dei tributi sulle piattaforme era diventato un vero e proprio scontro, spostatosi nelle aule di giustizia. Due anni fa, l’ex giunta Messinese chiuse una transazione con Enimed. Sette milioni di euro, a titolo di Imu, Ici e Tasi arretrati. L’amministrazione decise di rinunciare alle azioni giudiziarie avviate, anche se qualcuno fece notare che si sarebbe potuto ottenere molto di più. Un discorso avviato, quando in municipio c’era ancora la giunta Fasulo. L’allora consigliere comunale Giacomo Gulizzi aprì il fronte, sostenendo appunto che Eni dovesse pagare l’Ici sulle piattaforme. Oggi, i soldi arriveranno sicuramente, dato che il governo ha deciso di intervenire con una precisa regolamentazione. Peccato, però, che il municipio incasserà molto meno dello Stato. L’Impi garantirà il 7,6 per cento allo Stato e solo il 3 per cento al Comune. “E’ molto importante l’introduzione di una disciplina, finalmente completa – dice il commercialista Vincenzo Cirignotta – verranno evitati lunghi conteziosi e sarà eliminato qualsiasi impedimento. L’unico vero punto dolente è dato dalla ripartizione degli introiti, versati dalle grandi aziende proprietarie delle piattaforme. Lo Stato guadagnerà molto di più rispetto ai Comuni e questo vale anche per Gela”.
Per quest’anno, le aziende potranno pagare entro il 16 dicembre, direttamente allo Stato, che poi ripartirà le somme. Dal 2021, invece, si provvederà a pagamenti differenziati, a Stato e Comune.