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"Per il nostro ospedale politica istituzionale assente", Pizzardi: "Ancora oggi è un paziente in coma"

Gela. Nell’esperienza a Palazzo di Città che si sta per chiudere, l’assessore Antonio Pizzardi ha avuto, tra le altre, la delega alla sanità e ha cercato di ottenere riscontri da un Asp che spesso ha...

A cura di Rosario Cauchi
19 giugno 2024 17:18
"Per il nostro ospedale politica istituzionale assente", Pizzardi: "Ancora oggi è un paziente in coma" - Antonio Pizzardi
Antonio Pizzardi
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Gela.Nell’esperienza a Palazzo di Città che si sta per chiudere, l’assessore Antonio Pizzardi ha avuto, tra le altre, la delega alla sanità e ha cercato di ottenere riscontri da un Asp che spesso ha posto impegni che però non sono stati concretizzati. L’ospedale “Vittorio Emanuele” continua a segnare il passo e lo conferma proprio Pizzardi, che si sarebbe aspettato molto di più non solo dal management dell’azienda sanitaria ma pure dalla politica istituzionale. “C’è politica e politica, quella di chi protesta e partecipa e quella di chi si assenta e non ci mette la faccia. Chiarito questo, da quanto mi sono insediato in qualità di assessore alla sanità ho assistito ad un silenzio assordante da parte di chi per competenza politico-istituzionale avrebbe dovuto dare un sostegno importante alle sorti dell’ospedale – dice – vorrei sapere quali siano state le azioni significative e finalizzanti, nei cinque anni trascorsi, poste in essere dalla commissione comunale sanità, organo rappresentativo delle istanze popolari. Le sorti dell’ospedale sono state segnate da una politica territoriale, a tutti i livelli, che si è contraddistinta per pigrizia, indolenza, latitanza e paura di ritorsioni. Purtroppo è la verità”.

Del “Vittorio Emanuele” parla come di un “paziente in coma”. “Il degrado in cui versa il nostro ospedale è tale da somigliare ad un paziente in coma ma per fortuna non ancora irreversibile. Occorre pertanto una terapia d’urto. Occorre che la cittadinanza reagisca a questa situazione. Bisogna mettere in campo cuore, passione e competenza – conclude – per combattere una burocrazia chiusa e cieca e per guardare al benessere dei cittadini. C’è bisogno di una partecipazione di massa popolare e non di passerelle politiche che hanno sortito solo tagli del nastro con annesse foto di gruppo, su reparti che non hanno visto mai la luce”.

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