Gela. Le accuse mosse dai pm della procura traggono spunto dai contenuti di una perizia. Un sessantenne morì, cinque anni fa, dopo essere arrivato in una struttura sanitaria di Messina. Per la procura, però, quanto accadde sarebbe stato frutto di un’errata valutazione condotta dai medici dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. Si ipotizza un’ischemia non accertata in tempo o comunque sottovalutata. I medici finiti davanti al gup del tribunale si dovranno presentare in giudizio. E’ stato disposto il dibattimento, fissato per il prossimo novembre. Gli imputati sono Clelia Cipolla, Giuseppe Tumino, Maria Cristina Di Marco e Lilia Granvillano. Avrebbero responsabilità rispetto al successivo decesso del paziente, almeno sulla base dei capi di accusa. Conclusioni che i legali di difesa respingono, ritenendo che non sia possibile individuare una connessione tra i medici e il successivo accadimento. Lo hanno confermato in udienza preliminare, facendo rilevare che i primi sintomi lamentati dal sessantenne emersero ad agosto quando si recò al pronto soccorso. La morte, nella struttura peloritana, arrivò invece a novembre. La procura ha insistito per il rinvio a giudizio di tutti i coinvolti.
I familiari del paziente morto sono parti civili, rappresentati dall’avvocato Francesco Antille. Hanno concluso per il non luogo a procedere, invece, proprio i legali degli imputati. Tra questi, gli avvocati Riccardo Balsamo, Giovanna Zappulla e Davide Ancona.