Gela. Assolte “perchè il fatto non sussiste”. Il giudice Miriam D’Amore ha chiuso così il procedimento di primo grado incardinato a seguito del decesso di una trentenne, avvenuto sette anni fa. Imputate erano Rita Zinna e Domenica Romano. La donna era stata in cura all’ospedale “Vittorio Emanuele”. In base alle contestazioni, ci sarebbero state omissioni e valutazioni errate, anche delle imputate, che poi condussero alla conseguenza finale. Il decesso avvenne dopo diversi mesi, mentre la trentenne era stata trasferita in un altro centro ospedaliero, a Palermo. Il pm Pamela Cellura ha concluso chiedendo l’assoluzione per Romano e la condanna a due anni, invece, per Zinna. Secondo la sua ricostruzione, Romano intervenne quando il quadro clinico era comunque compromesso. Ha invece individuato responsabilità rispetto alla posizione dell’altra imputata. La donna era in stato di gravidanza. Era già stata in cura nel nosocomio di Caposoprano e secondo la procura ci furono ritardi e mancati riscontri su una risonanza magnetica. Le condizioni della paziente erano rese precarie da quella che per il pm fu una “neoplasia cerebrale”. Le parti civili, in rappresentanza dei familiari della donna, hanno insistito sul fatto che ci sarebbe stata una grave sottovalutazione delle condizioni della paziente. Non si sarebbe pervenuti ad “una diagnosi differenziale”. I familiari si sono costituiti rappresentati dagli avvocati Francesco Enia, Lia Comandatore e Maurizio Cannizzo. Le difese, invece, sostenute dagli avvocati Antonio Gagliano e Rocco Guarnaccia, hanno continuato a ribadire che i protocolli furono rispettati.
Ritengono che le perizie tecniche disposte sul caso abbiano dato riscontri in tal senso. Escludono che le condizioni della paziente furono aggravate dalla fase in ospedale e hanno sottolineato la distanza temporale, di diversi mesi, tra il primo ricovero del gennaio 2017 e il decesso invece accertato ad agosto. Altri due imputati sono stati assolti, in abbreviato. Decisione che è stata impugnata dalla procura e dalle parti civili. Si terrà il procedimento d’appello.