Otto ore di sciopero ed una convocazione all’Ufficio provinciale del lavoro. Situazione disperata alla Sud Elettra dopo l’occupazione di due giorni fa del palazzo di vetro della Raffineria. Martedì 26 aprile Fim, Fiom e Uil hanno indetto una giornata di sciopero, che si aggiunge alle 2 ore proclamate dalle Rsu di fabbrica della stessa azienda.
Sotto accusa gli stipendi ridotti e i nuovi licenziamenti. Con il concreto sospetto – accusano i lavoratori – che in realtà la stessa azienda abbia deciso di cedere in subappalto parte della grossa commessa di lavoro presa a tre altre società. Una situazione di esasperazione che ha indotto venerdì pomeriggio, una rappresentanza dei 67 operatori della Sud Elettra ad occupare lo stabile della raffineria che ospita gli uffici amministrativi di Eni. Gli elettro-strumentali, della società che opera per l’indotto della Raffineria di contrada Piana del Signore, si sono opposti alla mobilità che ha interessato 27 loro colleghi. Anche la Raffineria è stata avvertita dai sindacati. Sono gravi le accuse mosse: come la sottrazione delle tredicesime e i rimborsi Irpef per compensare e in certi casi acquistare ferie. E’ stata tolta l’indennità di presenza senza alcuna trattativa sindacale, e a chi non dispone di ferie e che comunque viene posto dalla suddetta in ferie forzate in busta paga vengono segnati permessi non retribuiti mai richiesti.
“Abbiamo seri motivi – dicono i lavoratori – che non ci stiano versando né contributi né quote Tfr, tutto questo perché l’azienda insiste nel rifiutare la possibilità di usufruire dei contratti di solidarietà”.
“E’ una situazione insostenibile – aggiungono – mentre 27 rischiano il licenziamento altri 40 siamo costretti a lavorare secondo una turnazione arbitraria. Il risultato è scandaloso in termini di guadagno. Esistono buste paga leggere, di appena 200 euro al mese, e stipendi da 1.500 euro come previsto dal contratto”.