Gela. Li ha fortemente voluti tra gli artisti in mostra a Sutri (provincia di Viterbo), dove è anche sindaco. Vittorio Sgarbi, ancora una volta, ne ha approfittato per elogiare due importanti artisti gelesi, Giovanni Iudice ed Emanuele Giuffrida. Le loro opere sono nella mostra “Triste, solitario y final”, titolo preso in prestito dal romanzo di Osvaldo Soriano. Così, sfruttando anche le colonne del quotidiano Il Giornale, Sgarbi continua ad essere colpito dalla Sicilia narrata nelle tele di Iudice. “Questo vale per tutta l’opera di Iudice, un pittore che non giudica la società ma ne rappresenta le contraddizioni come in L’annegato: in un luogo dove i turisti vanno per una giornata di festa, il destino porta il corpo di un naufrago, che arriva da luoghi da cui si vuole soltanto scappare e che trova la morte lungo il viaggio per mare”, scrive il critico.
Sono invece molto più cupe e solitarie le atmosfere delle tele di Giuffrida, al punto che Sgarbi usa un parallelismo che riporta ad Edward Hopper e a Gianfranco Ferroni. “È una singolarissima estetica, quella di Giuffrida, che continua quella del suo maestro Iudice e la porta a una pittura esistenziale di grande tensione espressiva e di grande qualità”, sottolinea. Iudice e Giuffrida persistono nel mettere le basi di quella che qualcuno ha già definito “scuola di Gela”.
