Gela. Dovrà essere risarcito l’ex operaio Smim, che fu vittima di un incidente sul lavoro, all’interno della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. Venne colpito dai tubolari di un ponteggio, che si staccarono durante alcune operazioni di sostituzione di una linea dell’impianto di alchilazione. Riportò la frattura delle mandibole. A processo, c’erano un responsabile di Eni, l’allora proprietà di Smim e i tecnici che operavano per conto dell’azienda dell’indotto. L’assoluzione, pronunciata dal giudice Miriam D’Amore, ha riguardato Giorgio Satorini, operatore Eni. Sono stati condannati al pagamento di una multa da mille euro, invece, l’imprenditore ligure Giancarlo Barbieri, già proprietario di Smim, Massimo Bonelli, Filippo Pepe e Massimo Casisi. Nessuna responsabilità amministrativa, ancora, per la stessa Smim, azienda metalmeccanica ormai dichiarata fallita. La decisione è arrivata al termine di una lunga istruttoria dibattimentale, scaturita dall’indagine avviata dopo il ferimento dell’operaio, che si è costituito parte civile, rappresentato dall’avvocato Paolo Testa. Il legale ha spiegato che in quel cantiere sarebbero mancate le necessarie misure di prevenzione e anche i lavoratori non sarebbero stati adeguatamente formati. Ci sarebbero state incongruità sull’intera gestione delle attività.
Il pm Pamela Cellura, al termine della requisitoria, ha concluso per la condanna a sei mesi di reclusione per tutti gli imputati. Secondo la sua versione, sarebbero stati artefici della mancata attuazione delle misure di sicurezza e del relativo incidente. Il lavoratore fu trasferito in un centro sanitario specializzato. Le difese degli imputati non hanno invece escluso che l’accaduto si sia verificato per il mancato rispetto dei protocolli di sicurezza da parte dell’operaio. Una linea dettata nelle loro conclusioni dagli avvocati Flavio Sinatra, Concetta Di Stefano e Gualtiero Cataldo. Versioni discordanti che hanno convinto il giudice ad escludere qualsiasi responsabilità per Satorini, ma allo stesso tempo ad imporre una multa a quei tecnici che avrebbero dovuto predisporre i piani di sicurezza e prevenzione, monitorando il cantiere. Il risarcimento dovrà essere definito in sede civile.