Operai edili colpiti da malori, processo a funzionario Eni: sentito un consulente

 
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Gela. Colpiti dalle emissioni rilasciate dall’impianto per il trattamento delle acque di falda all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore? Si cerca di fare chiarezza su ciò che sarebbe accaduto nel sito industriale nel luglio di cinque anni fa.

Per quei fatti, è finito sotto processo l’allora responsabile dell’area, l’ingegnere Rosario Orlando.
Stando alle accuse non avrebbe garantito tutte le misure di precauzione necessarie ad impedire che presunte emissioni colpissero una decina di operai dell’azienda edile Edilponti, in quei giorni impegnati nella realizzazione dell’impianto per la biofissazione delle alghe.
I testimoni sentiti dai legali di difesa, però, hanno cercato di ridimensionare l’impianto accusatorio. Sia l’allora responsabile della produzione di raffineria Michele Viglianisi sia uno dei capi turno di quel giorno hanno messo in discussione che i bruciori agli occhi e i malesseri lamentati dagli operai fossero da addebitare a possibili esalazioni di sostanze chimiche.
“Dagli accertamenti effettuati – ha spiegato in aula Viglianisi – risultò che in quelle ore molti altri operai erano presenti nella zona ma nessuno subì conseguenze o malori”. Le dichiarazioni rese dal manager, comunque, sono state contestate sia dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro che dai legali delle parti civili.
Nel corso dell’udienza, inoltre, l’avvocato difensore Gualtiero Cataldo ha rivolto le proprie domande ad un consulente nominato a sostegno della posizione dell’imputato. “Escludo – ha spiegato il docente universitario catanese Salvatore Sciacca – che dall’impianto per il trattamento delle acque di falda siano potute fuoriuscire emissioni di soda o acido solforico. Se gli operai fossero stati raggiunti da simili sostanze, avrebbero dovuto patire conseguenze immediate ad organi che non hanno nulla a che fare con gli occhi. In base al mio studio, bisognava subito effettuare un’indagine epidemiologica per capire se i lavoratori fossero entrati in contatto con particolari materiali”.
Anche in questo caso, è stato il legale di parte civile Liliana Bellardita a contestare le indicazioni fornite dal consulente. Tra le parti civili, oltre all’ente comunale e a quello provinciale, ci sono le associazioni Aria Nuova e Amici della Terra, rappresentate dagli avvocati Joseph Donegani e Antonino Ficarra. Intanto, dopo una lunga udienza, il giudice Chiara Raffiotta ha deciso di aggiornare il dibattimento al prossimo 20 giugno.

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