Gela. Ogni dieci cittadini solo quattro sono occupati. E’ questo il dato allarmante del territorio a sud della provincia di Caltanissetta dove Gela si ferma ad un laconico 43,26 per cento di occupati in una popolazione tra 15 e 64 anni. Ancora peggio di Butera che alza l’asticina di due punti percentuale, conquistando un 45,62 per cento ma capace di smuovere la coscienza di giovani imprenditori come Filippo Chimera, presidente dell’associazione industriali Butera, segretario regionale e componenti del direttivo nazionale dell’Associazione nazionale autodemolitori di qualità che pone il quesito: perché dobbiamo rimanere e investire in questo territorio?
“Chi governa (i responsabili) come tutela un giovane che ha intenzione di investire a Gela piuttosto che a Butera? – accusa Chimera – Da una semplice libreria ad un salotto culturale, da una ludoteca ad una start-up informatica, esiste qualcosa o qualcuno che ti trattiene? Questa è la guerra da vincere, la terza guerra mondiale che poggia le basi sull’evoluzione del web. Nel nostro territorio – spiega – assistiamo alla morte del mezzogiorno mentre la popolazione resta a guardare inerme”. A porre l’accento sull’allarmante dato occupazionale è stato Alessio Bunetta, altro giovane buterese, “Non servono parole – ha postato sui sociale – Ogni 10 abitanti circa 6 non hanno un lavoro e non studiano. Quale futuro per il nostro paese?”.
“E’ un dato reale e certo – replica Filippo Chimera che aggiunge – Farei un’atra riflessione, ancora più dettagliata ponendo l’accento sui dipendenti statali-regionali-comunali, lavoratori autonomi, professionisti, artigiani, commercianti, imprenditori. La percentuale è ancora più bassa se elimini la classe dei dipendenti del pubblico impiego. Il dato scenderebbe al 30 per cento, ovvero solo 3 occupati ogni 10 abitanti. Utilizzando la matematica il paese scomparirà a breve, legato ormai solo ad interessi di tipo affettivo. La responsabilità è di tutti noi – ammette il presidente dell’associazione industriali Butera – noi uomini senza coraggio, senza lungimiranza, senza inventiva, senza cultura. Per replicare ad un trentennio di governi incapaci e inconsistenti, dovremmo puntare ad un team di statisti per riprogettare un nuovo ciclo. Dobbiamo smuoverci anche contro le responsabilità delle chiese, scuole e della società civile per smettere di guardare realtà del nord, come per esempio la provincia di Bolzano, dove la percentuale di occupati è alta. Manca tra noi – conclude Filippo Chimera – la fetta più importante che si chiama ottimismo, voglia di vivere, inventare ideare e produrre. Manca la cultura di impresa, capofila di una forte percentuale di occupazione di qualsiasi comunità produttiva”.