Oggetti che sfidano il tempo | Il museo nisseno con migliaia di minerali e curiosità

Il Museo mineralogico “Sebastiano Mottura” di Caltanissetta: migliaia di minerali e storia delle zolfare

A cura di Redazione
15 luglio 2025 19:00
Oggetti che sfidano il tempo | Il museo nisseno con migliaia di minerali e curiosità - Foto: OppidumNissenae/Wikipedia
Foto: OppidumNissenae/Wikipedia
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Nel cuore di Caltanissetta, in viale della Regione, sorge il Museo mineralogico, paleontologico e della zolfara “Sebastiano Mottura”, nato come laboratorio didattico della scuola mineraria fondata nel 1862 dall’ingegnere lombardo che gli dà il nome. Oggi, dopo il trasferimento in una sede realizzata ad hoc nel 2012, il museo è la porta d’accesso più autorevole alla civiltà dello zolfo dell’entroterra siciliano: ospita 2 500 campioni mineralogici e 1 500 reperti fossili, oltre a un’intera sezione di antiche tecnologie estrattive. 

Dalla scuola mineraria al museo: 160 anni di scambi e collezioni

La raccolta nacque dalle prime campagne di campionamento volute da Sebastiano Mottura, direttore della Regia Scuola delle Miniere tra il 1868 e il 1875. Grazie a una politica di scambi con le principali zolfare di Sicilia e alle donazioni di ex allievi, il nucleo originario si ampliò rapidamente, includendo esemplari di zolfo trasparente, gesso alabastrino, calcite “spato d’Islanda” e perfino rare cristallizzazioni di celestina del bacino nisseno. Fino al 2012 la collezione rimase nei laboratori di via Berengario Gaetani; poi fu spostata nell’attuale edificio, dove i pezzi sono esposti in teche climatizzate e corredati da carte geologiche ottocentesche che illustrano le sezioni delle miniere più celebri. 

Minerali, fossili e macchine: un viaggio immersivo nella “Valle dello zolfo”

L’allestimento contemporaneo segue un percorso che parte dalla “sala delle tecnologie minerarie”: modelli di castelletti di estrazione, forni Gill, vagoncini e perforatrici manuali mostrano le fasi di lavoro sotterraneo. Si entra poi nella galleria dei fossili, dove ammoniti, ittiosauri e macro-resti vegetali (Dal Siluriano al Quaternario) dialogano con i filoni gessoso-solfiferi che resero famosa l’area. Il museo offre anche visite guidate, laboratori per scuole e una mostra-scambio annuale di minerali e fossili, che richiama collezionisti da tutto il Mediterraneo. 

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