Gela. Quella che ormai è stata ribattezzata “Vertenza Gela” continua ad animare il dibattito politico-sindacale con l’unico obiettivo di creare nuova occupazione e lenire l’emigrazione lavorativa concordata con i vertici Eni. Cosi, in attesa dell’incontro capitolino odierno, al ministero dell’Ambiente, per conoscere gli sviluppi degli interventi di bonifica nel territorio in rispetto dell’accordo di programma sottoscritto al Mise il 6 novembre 2014 che prevede anche l’avvio dell’attività di estrazione di gas, a mare e in terra ferma, oltre alla riconversione della fabbrica in raffineria ecologica, capace di produrre bio-carburanti, in città la nuova economia industriale è stata oggetto di discussione sia in Consiglio comunale che, in una sede privata, tra i massimi esponenti della segreteria nazionale dell’Ugl. Secondo il vice sindaco, Simone Siciliano, “l’accordo di programma consentirà alle imprese che si insedieranno all’interno del perimetro di RaGe (Raffineria Gela) di effettuare le bonifiche delle aree con le somme messe a disposizione di Eni per gli interventi di compensazione nel territorio”. Lo stesso Simone Siciliano, martedì pomeriggio, ha incontrato alcuni imprenditori gelesi intenzionati ad investire in città dove potranno beneficiare dei vantaggi promessi per i Siti di interesse nazionale (Sin) che hanno subito disastri ambientali legati all’azione incessante dell’attività industriale. Ieri mattina, intanto, la “Vertenza Gela” è stata anche al centro del dibattito indetto dall’Unione generale del lavoro (Ugl). Convocati a Gela da Andrea Alario, segretario Chimici, è stato Francesco Tilaro (responsabile Utl Gela) ad aprire i lavori. “Non tocca a noi trovare una soluzione – dice Paolo Capone, segretario nazionale Ugl – Possiamo indicare strade o avviare mobilitazioni. La Vertenza Gela è la vertenza di tutta la nazione. Il protocollo sottoscritto accusa ritardi burocratici-amministrativi con il mancato completamento del percorso organizzativo”. Secondo Luigi Ulgiati, segretario nazionale Ugl Chimici, “si cercherà di mettere un punto per fare ripartire gli investimenti e le bonifiche contenuti nel protocollo d’intesa. Questo è un territorio che non può più aspettare”. “L’Eni è un problema nazionale – – il meridione è una polveriera. Non c’è un settore nel meridione non coinvolto da questa crisi che registra solo una forte regressione e una disoccupazione giovanile sotto il 50 per cento”.