Norme sul lavoro, la prova del referendum: volantinaggio Cgil davanti alla bioraffineria
Cinque i quesiti referendari che nel 2025, l'8 e il 9 giugno, chiameranno alle urne milioni di cittadini italiani. Quattro toccano direttamente il mondo del lavoro

Gela. Sono le sei del mattino quando i delegati della Cgil Caltanissetta si piazzano davanti ai tornelli della bioraffineria Eni. Il volto è quello della consapevolezza, le mani tese a distribuire volantini, il messaggio è chiaro: “Il referendum è anche tuo. E può cambiare la tua vita.”
Cinque i quesiti referendari che nel 2025, l'8 e il 9 giugno, chiameranno alle urne milioni di cittadini italiani. Quattro toccano direttamente il mondo del lavoro.
Si parte dalla richiesta di abrogare le norme del Jobs Act che oggi impediscono il reintegro anche in caso di licenziamento ingiusto. Si passa alla battaglia per i diritti dei lavoratori delle piccole imprese, che oggi non possono ottenere più di sei mensilità di risarcimento. Poi la lotta al precariato, con l’obiettivo di reintrodurre l’obbligo di giustificare i contratti a termine. E infine la sicurezza, con la proposta di rendere responsabili anche le aziende appaltanti in caso di infortunio.
A sostenere l’importanza del voto e della partecipazione, questa mattina davanti ai cancelli, c’era anche il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino.
“Questi referendum parlano ai lavoratori – dice Mannino - Parliamo di dignità, stabilità, sicurezza sul lavoro. Non è solo una battaglia sindacale, è una questione di civiltà. Noi oggi siamo qui per informare, per spiegare che dietro un sì c’è la possibilità concreta di cambiare regole ingiuste”.
Ma non solo lavoro. Il quinto quesito guarda alla cittadinanza: si propone di dimezzare da dieci a cinque anni il tempo minimo di residenza legale per chiedere la cittadinanza italiana. Un gesto concreto verso milioni di persone che vivono, lavorano e studiano in Italia, senza però poter partecipare pienamente alla vita del Paese.
Diritti, giustizia, uguaglianza. È questo che raccontano i volantini consegnati oggi all’alba davanti ai cancelli dell’Eni. Ora la parola, ancora una volta, passerà ai cittadini.