Non solo l’inchiesta sull’arma da guerra, partiti interrogatori: Di Noto ammette fatti di droga

 
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Gela. Il blitz “H24 store”, che la scorsa settimana ha condotto gli investigatori ad eseguire cinque misure restrittive, come avevamo riferito è solo una parte di un’attività di indagine assai più ampia. Con il primo troncone, i pm della procura e i poliziotti hanno contestato agli indagati la disponibilità di un’arma da guerra, pare una mitraglietta, allo stato non ritrovata. Questa mattina, sono invece iniziati altri interrogatori. Sono stati sentiti alcuni dei coinvolti nella prima costola di inchiesta ma ci sono molti altri indagati. Sulla base della nuova normativa, si procede con interrogatori che dovrebbero poi condurre all’emissione dell’ordinanza. Sono soprattutto fatti di droga ad avere la parte più consistente. Tra le figure di spicco, per gli investigatori, ancora una volta quella del trentanovenne Giuseppe Di Noto, già accusato di aver preso l’iniziativa per l’acquisto della mitraglietta. Gli vengono addebitati centinaia di episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, concentrati nell’arco di cinque mesi, fino all’ottobre di due anni fa. Assistito dal legale Rosario Prudenti, ha ammesso ma spiegando che quella fu l’unica fase nella quale si dedicò allo spaccio. Da quel momento in poi, dopo essere stato arrestato per il possesso di cocaina, avrebbe ripreso una quotidianità ordinaria, avendo un lavoro da operaio.

I pm della procura e i poliziotti hanno posto notevole attenzione sulla sua posizione, ritenendola cruciale negli equilibri dello spaccio di droga in città. Pare siano anche altri i fatti addebitati ai coinvolti che in questi giorni vengono sentiti dal gip del tribunale.

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