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Non erano imprenditori della mafia, hanno chiesto di essere risarciti per l'ingiusta detenzione: chiuso il procedimento per due di loro

Gela. I giudici della Corte di appello di Caltanissetta si pronunceranno entro le prossime settimane, sciogliendo la riserva. {module Sponsor}L’ingiusta detenzione. Si è chiuso, infatti, l’iter pro...

A cura di Rosario Cauchi
28 luglio 2017 17:17
Non erano imprenditori della mafia, hanno chiesto di essere risarciti per l'ingiusta detenzione: chiuso il procedimento per due di loro -
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Gela. I giudici della Corte di appello di Caltanissetta si pronunceranno

entro le prossime settimane, sciogliendo la riserva.
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L’ingiusta detenzione. Si è chiuso, infatti, l’iter procedimentale avviato dai legali di Gaetano Morteo e Giuseppe Valenti, già tra i responsabili di un’importante azienda d’autotrasporto locale che, negli scorsi anni, vennero arrestati a conclusione di un’inchiesta antimafia. Le accuse a loro carico caddero del tutto, consentendogli di ottenere sentenze favorevoli dai giudici. Per questa ragione, chiedono di essere risarciti per il periodo di ingiusta detenzione patito dopo il blitz. I loro legali di fiducia, gli avvocati Tommaso Vespo e Feliciana Ponzio, hanno presentato una vasta documentazione a supporto delle richieste avanzate dai due imprenditori. Ad ottobre, invece, dovrebbe chiudersi il procedimento avviato da Nicolò Bartolotta, a sua volta finito al centro dell’indagine, con accuse del tutto cadute. Inizialmente, i pm della Dda di Caltanissetta ipotizzarono che l’azienda d’autotrasporto fosse finanziata dai gruppi locali di stidda e cosa nostra, con un pieno coinvolgimento dei titolari. Le accuse mosse ai tre, però, sono venute meno definitivamente.

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