Gela. “Nessuna condotta antisindacale”, così fanno sapere dalla direzione di “Ergo Meccanica”, l’azienda gelese finita al centro di un caso, maturato negli appalti della centrale elettrica A2a di San Filippo del Mela, in provincia di Messina. Le sigle sindacali dei metalmeccanici, a cominciare dalla Fiom, accusano gli imprenditori gelesi di aver disposto il licenziamento di un dipendente, in servizio nel sito messinese, “solo perché svolge attività sindacale”. Per la direzione dell’azienda e per i legali che la assistono, le ragioni del provvedimento sono altre. “Il licenziamento non ha nulla a che fare con la sua figura di sindacalista, assolutamente libero di agire secondo la propria discrezionalità e degli organi di suo riferimento e sulla cui attività l’azienda mai ha interferito neppure indirettamente. La Ergo Meccanica ha sempre intrattenuto ottime relazioni con i sindacati di ogni ordine e grado, consapevole dell’alto valore sociale che la storia e la costituzione gli assegnano, nonché delle battaglie che hanno condotto e alle quali è conseguito un decisivo miglioramento delle condizioni del lavoro, in tutte le sue forme conosciute. Tuttavia, in merito al singolo caso di cui si tratta – si legge in una nota ufficiale – rimettendo ogni valutazione circa la legittimità del provvedimento disciplinare all’autorità giurisdizionale innanzi alla quale è stato già preannunciato ricorso, in questa sede si vuole puntualizzare che il dipendente comunicava tramite Fiom-Cgil Messina la fruizione, ad oltranza, di permessi retribuiti dall’azienda per svolgere attività sindacale dal 9 agosto al 12 novembre. Ciò, lo stesso faceva dopo essere stato in malattia e dopo ulteriori permessi, sempre per svolgere attività sindacale, di modo che in azienda nessuno lo ha più visto dal 3 maggio e fino allo scorso 15 novembre, corrispondente al giorno lavorativo successivo alla ricezione, da parte del medesimo, della contestazione disciplinare avente ad oggetto i fatti in esame”. Gli imprenditori e la direzione aziendale sono certi che l’operaio non abbia rispettato i suoi doveri, approfittando dei permessi sindacali e del suo ruolo. “Risulta all’azienda, che il dipendente fruiva dei predetti permessi retribuiti per finalità personali, ovvero per compiere, a spese dell’azienda, tutta una serie di attività personali che nulla avevano a che fare con le apprezzabili funzioni sindacali poste alla base della fruizione dei permessi retribuiti, ragion per cui l’azienda ha proceduto per come è noto. Quanto alla sovrabbondanza dei permessi – scrivono ancora dalla direzione – essa rileva in ordine all’assenza ingiustificata che ne è conseguita, posto che Fiom-Cgil era stata avvertita, in data 22 ottobre, di avere sforato il limite consentito dalla legge e dal Contratto collettivo, senza però che ne abbia voluto prendere atto, anzi confermando, con nota del 23 ottobre, che la misura dei permessi fosse corretta e neppure riscontrando un’ulteriore comunicazione aziendale, dello stesso tenore di quella precedente, inviata in data 29 ottobre”.
L’azienda gelese ritiene regolare il proprio operato e fondato il provvedimento di licenziamento. “Il dipendente non è stato licenziato perché effettuava attività sindacale o perché ne effettuava troppa, ma, al contrario, perché non la effettuava, nonostante venisse retribuito da Ergo Meccanica per svolgerla. Pertanto – conclude la nota – nel ribadire che nessuna “rappresaglia datoriale”, nessuna “precarietà selvaggia”, nessun “potente avvertimento nei confronti di tutti gli altri operai”, è stato mai attuato e neanche lontanamente pensato dall’azienda, si conferma l’assoluta trasparenza della propria condotta, sottolineando l’assoluta anomalia e contrarietà del caso verificatosi, sia rispetto alla legge che al Contratto collettivo”.