Gela. La verifica fiscale iniziò sette anni fa, per periodi tributari valutati fin dal 2010. Non sono però emerse irregolarità rispetto alla posizione dell’imprenditore Manuele Mendola. Era a processo per rispondere proprio di reati tributari, legati ai versamenti Iva e alle imposte dirette, riferibili al gruppo imprenditoriale del quale fa parte. La decisione è stata emessa al termine del giudizio abbreviato e decisiva si è rivelata la consulenza dell’esperto, chiamato a testimoniare dalla difesa dell’imprenditore. Il commercialista, sentito in udienza, ha escluso irregolarità o violazioni sanzionabili. I legali di Mendola, gli avvocati Flavio Sinatra e Carlo Taormina, esponendo le loro conclusioni, hanno spiegato che le presunte anomalie riscontrate dagli investigatori sarebbero state dovute anche a documentazione smarrita, durante il trasferimento della sede aziendale, di un gruppo che è spesso impegnato in importanti appalti pubblici.
“Non è certo una scatola vuota”, ha spiegato la difesa. La denuncia di smarrimento, peraltro, venne presentata in un periodo precedente all’avvio della verifica fiscale, altro aspetto che per i legali escluderebbe qualsiasi volontà di evadere i versamenti dovuti. Il giudice, così, ha assolto l’imprenditore.