"Non cambierà praticamente nulla!", la riforma delle province boccia ancora Gela
Gela. “I Liberi consorzi dei Comuni vengono definiti nell’applicazione originaria. C’è una grande battaglia all’Ars. Le decisione fatte sono da recuperare ma adesso dobbiamo pensare di riaprire i term...

Gela. “I Liberi consorzi dei Comuni vengono definiti nell’applicazione originaria. C’è una grande battaglia all’Ars. Le decisione fatte sono da recuperare ma adesso dobbiamo pensare di riaprire i termini”.
Cambierà solo la denominazione delle vecchie province? Con queste parole Rosario Crocetta, governatore regionale, ribadisce il fallimento dei Referendum confermativi avviati dalla città e dai comuni di Niscemi, Licodia Eubea e Piazza Armerina. “Sono stati spesi migliaia di euro e lavorato anni per accedere ad un Libero consorzio che adesso non esiste più.
Ancora una volta, con un colpo di spugna, la Prima Commissione dell’Ars ha gettato a mare la volontà di 32mila cittadini che volevano autonomia – spiega Filippo Franzone – presidente del comitato per lo Sviluppo dell’Area gelese – Martedì all’Ars si voterà l’insieme degli articoli, una semplice formalità, poi il testo approderà in aula, dove i 90 deputati,dopo 36 mesi di gestazione, porteranno a termine la grande riforma delle province siciliane, 36 mesi di stipendi parlamentari, per avere il grande merito storico di essere riusciti a cambiare solo il nome alle province”.
I comitati di Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Acireale sono pronti a rivolgersi alla Corte Costituzionale.