Mulini a Vapore | I pionieri della pasta di Caltanissetta e la curiosità che non ti hanno mai detto
I mulini a vapore di Caltanissetta, primi pastifici industriali dopo l’Unità: storia, innovazione e un curioso studio medico in loco.

I mulini a vapore
A Caltanissetta, subito dopo l’Unità d’Italia, sorsero i primi mulini a vapore: autentici pilastri di modernità agricola. I fratelli Francesco e Luigi Salvati, nel 1866, fondarono il primo mulino a vapore, unendo molitura e produzione di pasta. Preceduto da un impianto minore vicino a Santa Lucia, il Mulino Salvati divenne ben presto simbolo di innovazione.
Operava su due sponde del torrente Palmintelli, vicino a una fontana pubblica, e rimase attivo fino al 1913, trasformando grano locale in prodotti alimentari in serie . Poco dopo, nel 1913, nacque il celebre Mulino Piedigrotta, avviato da imprenditori nisseni. La sua pasta, confezionata nella cartata azzurra, divenne famosa in Sicilia, tanto da rientrare tra i primi dieci pastifici italiani del tempo
Un salto industriale: dal mulino al laboratorio medico
Il Mulino Salvati non fu solo fabbrica, ma anche dimora e luogo di cura: il proprietario Vincenzo Salvati, medico e dirigente sindacale, vi allestì il primo studio di radiologia cittadino e un gabinetto di elettro-fototerapia, portando la scienza medica dentro un edificio industriale. Grazie alle potenze del vapore, questi impianti potevano aggirare le limitazioni idriche della zona, consentendo produzioni continue e massicce. Il Mulino Piedigrotta, invece, esportò la pasta nel Meridione, segnando l’inizio della fame di qualità a Caltanissetta.
Curiosità
In seguito alla costruzione della galleria ferroviaria del 1872, il Mulino Salvati fu gravemente danneggiato, scatenando una lunga battaglia legale tra i Salvati e lo Stato per danni al terreno e alla struttura. Il loro mulino-casa-medicheria coinvolse magistrati, periti e storie di risarcimenti: un caso emblematico di armonia e contrasto fra progresso tecnologico e modernizzazione urbana