Gela. La salma di Carmelo Pesarini, 53 anni, ieri ha lasciato l’ospedale di via Palazzi per essere trasferita all’obitorio del cimitero di contrada Farello.
Il medico legale, Cataldo Ruffino, nel pomeriggio ha eseguito l’autopsia al cadavere dell’imprenditore deceduto al Pronto soccorso dove i medici hanno cercato inutilmente di sottrarlo al suo tragico destino. Sul presunto caso di malasanità, ipotizzato dai familiari della vittima che hanno sporto una denuncia e avviato una procedura legale, anche la procura ha deciso di fare chiarezza, inserendo i nomi di quattro operatori del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” sul registro degli indagati. Si tratta di un infermiere e di tre medici in servizio al momento del decesso di Pesarini: un cardiologo, un chirurgo e un rianimatore. La magistratura preferisce mantenere il più stretto riserbo sui nomi del personale sanitario indagato. Le indagini mirano a ricostruire la dinamica dei fatti e comprendere eventuali responsabilità sul soccorso medico prestato a Carmelo Pesarini.
L’imprenditore di 53 anni da maggio combatteva per debellare un carcinoma polmonare, lo stesso che lo aveva costretto a sottoporsi a sedute chemioterapiche e, la settimana prima del decesso in ospedale, ad un ricovero per problemi respiratori presso l’unità operativa di Medicina. Aveva chiesto e ottenuto, firmando una liberatoria, la possibilità di trascorrere con i familiari il capodanno.