Monte Mimiani e le sue storie | Il tetto panoramico di Caltanissetta e il lago del passato apparso quasi improvvisamente

Monte Mimiani, 854 m tra San Cataldo e Marianopoli: trekking panoramico, bosco secolare e la storia del Lago Sfondato nato nel 1907.

A cura di Redazione
07 luglio 2025 15:00
Monte Mimiani e le sue storie | Il tetto panoramico di Caltanissetta e il lago del passato apparso quasi improvvisamente - Foto di fantasia: halayalex/freepik
Foto di fantasia: halayalex/freepik
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Fra le colline argillose che separano San Cataldo da Marianopoli si alza Monte Mimiani (854 m), la quota più elevata della provincia di Caltanissetta

Dalla sua croce di vetta lo sguardo corre per cento chilometri: i contrafforti degli Erei, l’Etna fumante a nord-est, il nastro dell’autostrada Palermo-Catania che serpeggia a fondo valle. Il rilievo, censito dai piani paesistici regionali come riferimento orografico principale, spicca per pendii gessosi che incorniciano uliveti plurisecolari e seminativi di grano duro, restituendo un paesaggio ancora intatto.

Panorama e trekking tra Mimiani, Gabbara e Mustigarufi

Una stradina bianca si stacca dalla provinciale 42, lambisce l’ex stazione ferroviaria di Mimiani e sale dolcemente fino alla sommità: meno di tre chilometri ideali per famiglie, ciclisti gravel o runner in preparazione alla mezza maratona di Caltanissetta. Dal crinale si imbocca l’anello Mimiani-Gabbara-Mustigarufi, 18 km di sterrato che attraversa pascoli, boschi di pini d’Aleppo e corbezzoli, per poi riagganciarsi alla SP 29 in località Quartarone. 

Il portale outdoor Komoot descrive l’itinerario come «scenic hill offering breathtaking views», consigliandolo in primavera quando le creste si tingono di asfodelo. Sulle carte dell’Azienda Forestale, il versante settentrionale è classificato “isola forestale naturale”: un raro corridoio ecologico dove svernano nibbi bruni e shrike dorati.

Geologia, bosco e curiosità finale

Il massiccio di calcari marnosi e gessi appartiene al medesimo complesso evaporitico che, poco più a sud-ovest, diede vita al fenomeno più famoso dell’area: il Lago Sfondato. Fra il 19 e il 20 novembre 1907 infatti un’enorme cavità carsica collassò, inghiottendo il terreno coltivato e riempiendosi d’acqua in poche ore. 

Nacque così una dolina profonda 17 metri che oggi è riserva naturale integrale e laboratorio geologico a cielo aperto. Escursionisti e fotografi che partono da Mimiani possono raggiungerla in quarantacinque minuti di cammino, attraversando campi dove spuntano ancora le “pirrere”, piccole cave di gesso sfruttate fino agli anni ’50.

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