Gela. Sei anni fa, all’interno del carcere di Agrigento, ci furono tensioni con alcuni detenuti che avrebbero preso di mira agenti della polizia penitenziaria. Secondo i pm agrigentini, in sei avrebbero minacciato e strattonato gli agenti. Fatti che hanno portato al giudizio, conclusosi però con l’assoluzione degli imputati. Al termine del dibattimento, il dispositivo letto dal giudice è stato favorevole agli imputati. Tra loro, ci sono i gelesi Paolo Vitellaro, difeso dall’avvocato Rosario Prudenti, e Rosario Moscato, assistito dal legale Cristina Alfieri. Per gli inquirenti, ci sarebbero state minacce pesanti rivolte agli agenti.
Una ricostruzione che secondo i legali non avrebbe però trovato riscontri concreti pure rispetto all’identificazione dei detenuti. I due gelesi, in quel periodo, erano ristretti nella struttura agrigentina. A processo c’erano inoltre i palermitani Antonino Capizzi (difeso dai legali Igor Runfola e Giovanni Castronovo) e Pietro Flamia (rappresentato dai legali Giuseppe Bongiorno e Rosalia Zarcone), il catanese Alfonso Fiammetta (con il legale Vincenzo Giambruno) e il campano Gaetano Licata (difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano).