Gela. Il sindaco Domenico Messinese avrebbe potuto evitare le forche caudine
della sfiducia, che venerdì arriva in consiglio comunale, chiudendo l’intesa con il centrodestra, intanto vittorioso alle regionali.
“Siciliano ha imposto il sostegno al centrosinistra”. Alla fine, però, è passata la linea del vicesindaco Simone Siciliano, che ha portato gran parte della giunta a sostenere il centrosinistra e gli alfaniani di Alternativa Popolare. E’ il forzista Maurizio Scicolone, presidente dell’associazione Progetto Gela, a rivelare che, già prima delle elezioni regionali, c’erano stati contatti e mediazioni per garantire al sindaco il sostegno del centrodestra. “Ho caldeggiato, prima delle elezioni regionali, l’ipotesi che l’amministrazione comunale appoggiasse il vincente presidente della Regione Nello Musumeci – dice – invitando la giunta a sposare il programma di centrodestra. Tutto questo, per il bene della città, creando un’asse tra l’amministrazione Messinese ed il futuro governo regionale, a tutela del territorio gelese, che deve prevalere sugli interessi di partiti o singoli politici locali. Il sindaco ha tentato di avvicinarsi al centrodestra ma alla fine ha prevalso la linea del vicesindaco Simone Siciliano, che ha imposto all’amministrazione l’appoggio ai programmi del centrosinistra di Micari, con i risultati che si sono visti, imponendo altresì a tutti gli assessori della giunta un incondizionato appoggio al candidato di Alternativa Popolare Angelo Caci, alla fine varando una giunta monocolore invisa al Pd e a tutte le forze politiche dell’assise cittadina, che ne hanno preso le distanze”.
“Il consiglio comunale ha il dovere di sfiduciare il sindaco”. Per Scicolone, che in passato è stato anche inserito nel toto-nomine di possibili assessori delle giunte Messinese, in municipio ci sarebbe un uomo solo al comando, il vicesindaco Simone Siciliano. “Oggi Simone Siciliano, con la sua giunta monocolore – dice ancora il forzista – costituisce un serio ostacolo alla libera espressione degli intereressi politici dei cittadini rappresentati dall’intero consiglio comunale e dai movimenti, volendo imporre un tentativo maldestro di una sua leadership all’assise civica, ai movimenti e ai partiti, gestendo unilateralmente delicati dossier per la cui cura occorrono competenze specifiche ed un ampio consenso politico. Il consiglio comunale ha il dovere di sfiduciare il sindaco, che seppure competente sul piano tecnico e gestionale, ha delegato i suoi poteri e la linea politica ad un vicesindaco non eletto dal popolo”. Negli equilibri del centrodestra locale, invece, Scicolone cala i programmi di Progetto Gela. “La riconversione dell’economia locale non può attendere. Nei prossimi anni, con il nostro impegno, infrastrutture e strutture, frutto di grandi investimenti privati e pubblici, cambieranno il volto della città e daranno dignità e nuovi posti di lavoro – conclude – noi di Progetto Gela abbiamo le competenze, le energie ed i contatti per fare decollare lo sviluppo del territorio. Il Porto off-shore, l’individuazione di aree turistiche alberghiere nel Golfo di Gela, i collegamenti autostradali con Comiso, Siracusa ed Agrigento, il rilancio dell’agricoltura biologica e di nicchia, daranno una nuova identità ed un futuro ai nostri figli”.
In attesa di venerdì, Scicolone lancia alcuni punti programmatici che potrebbero finire nella piattaforma elettorale di un centrodestra locale che, se passasse la sfiducia al sindaco, vuole prendersi il municipio, dopo anni di dominio politico del centrosinistra e l’intermezzo grillino.