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"Manca il rischio attuale di infiltrazioni mafiose", revocata interdittiva ad azienda in Lombardia

Gela. L’interdittiva antimafia rilasciata dalla prefettura di Varese è stata annullata. La vicenda riguarda un’azienda edile, che opera pure nel settore ambientale e del restauro, oltre a muoversi com...

A cura di Rosario Cauchi
02 aprile 2025 07:14
"Manca il rischio attuale di infiltrazioni mafiose", revocata interdittiva ad azienda in Lombardia -
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Gela. L’interdittiva antimafia rilasciata dalla prefettura di Varese è stata annullata. La vicenda riguarda un’azienda edile, che opera pure nel settore ambientale e del restauro, oltre a muoversi come general contractor. Si tratta di un’entità economica riconducibile a imprenditori gelesi, radicati nel nord Italia. La prefettura di Varese, sulla base di accertamenti e di note della Dia e dei carabinieri, individuò rischi concreti di infiltrazioni mafiose, rispetto principalmente al presunto ruolo di controllo occulto riferibile a due fratelli, già coinvolti in inchieste antimafia, tra tutte quelle ribattezzate “Tagli pregiati” e “Fire off”. Arrivò l’interdittiva con il diniego di iscrizione dell’azienda nell’elenco di quelle non a rischio di infiltrazione criminale. La white list venne quindi negata. I legali dei titolari si sono rivolti al Tar Lombardia che ha accolto i contenuti del ricorso. Di fatto, è stato appurato che gli elementi raccolti non sono da ritenersi “attuali”. In passato ci furono pronunce per vicende relative a rapporti con esponenti dei clan ma successivamente, analizzando atti e sentenze, la prefettura di Milano concesse l’iscrizione nella white list. Fu revocata due anni fa ma solo a seguito del trasferimento della sede legale dal capoluogo lombardo a Varese. La prefettura varesina, appunto, rilasciò però l’interdittiva.

Per i giudici del Tar, “l’istruttoria compiuta dalla Prefettura di Varese non fa emergere indizi nuovi sul ruolo ricoperto dai soggetti controindicati o sull’attualità e concretezza del pericolo di infiltrazione. Non si evince quindi quale sia la ragione per cui la Prefettura di Varese abbia ritenuto nel 2022 che gli indizi sintomatici atipici del pericolo di infiltrazione, che nel 2019 avevano condotto la Prefettura di Milano ad escludere l’interdittiva, siano ritenuti ora in grado di giustificare, sotto il profilo dell’attualità e concretezza del pericolo, la misura interdittiva adottata. Né ancora il pericolo attuale e concreto può desumersi dagli atti istruttori del 2023 richiamati per relationem. In altre parole, non risulta dimostrato, secondo lo standard probatorio del “più probabile che non”, il pericolo attuale di interferenza”.

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