Gela. Non andrà in carcere per i fatti che gli vengono contestati nell’inchiesta condotta dalla Dda di Palermo, concentrata sugli affari dei clan agrigentini che per la droga avrebbero avuto un canale preferenziale in città. Per il quarantenne Fabrizio Nicosia è stato disposto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip palermitano. Stando agli investigatori, anche Nicosia, insieme ad altri gelesi, avrebbe avuto un ruolo nel traffico di sostanze stupefacenti. Il riesame di Palermo ha accolto il ricorso della difesa, sostenuta dal legale Salvo Macrì. Il quarantenne vive in Francia, dove lavora. Non era rientrato in Italia e per le autorità di fatto si trattava di un latitante.
Il legale che lo rappresenta, nel ricorso, ha toccato anche questo punto, precisando che l’indagato ha comunicato tutti i propri dati e l’attuale presenza in territorio francese, proprio attraverso la nomina difensiva. È stato sostenuto che non avrebbe mai avuto contatti per la droga con altri coinvolti. Secondo i giudici del riesame, mancherebbero le condizioni per la misura della custodia cautelare in carcere. Nicosia rimane libero mentre la vasta inchiesta va avanti.