Gela. Hanno scelto il rito abbreviato due dei responsabili del caso di lupara bianca di Agostino Reina. Rocco Ferlenda e Davide Emmanuello saranno dunque giudicati con il rito alternativo, mentre Maria Rosa Di Dio ha scelto il processo ordinario e per lei l’udienza è stata fissata per il 12 gennaio del 2012. L’istanza è stata accolta dal sostituto procuratore Antonino Patti e formalizzata dal Gup Testaquadra. La lupara bianca è stata scoperta grazie alla confessione dei collaboranti Fortunato Ferracane e Crocifisso Smorta. Secondo il perito di parte non ci sono dubbi: i resti dello scheletro ritrovato dopo 18 anni appartiene ad Agostino Reina. Il nuovo esame del Dna ha confermato che si tratta di un uomo, la cui compatibilità con Reina è accertata. Quello di Reina venne catalogato come un caso di lupara bianca. I familiari denunciarono la sua assenza due giorni dopo il suo allontanamento, avvenuto il 27 giugno del 1992. Era uscito da casa a bordo della sua Fiat Ritmo blu, senza farne mai ritorno. Agostino Reina all’epoca aveva 31 anni. L’undici luglio 1992 i carabinieri trovarono parcheggiata nelle vie del centro di Gela, la Ritmo di Reina. In particolare, l’auto venne trovata in via Giusti, in prossimità del campo sportivo. Reina frequentava Antonino Razza, noto alle forze dell’ordine.