“Love is Love…”: nella Giornata contro l’Omolesbobitransfobia si alza una voce contro l’odio, per i diritti negati

Giornata contro lOmofobia. “Love is Love…” unisce attivismo e dialogo: contro l’odio, per i diritti e l’amore che non chiede permesso.

17 maggio 2025 19:33
“Love is Love…”: nella Giornata contro l’Omolesbobitransfobia si alza una voce contro l’odio, per i diritti negati -
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Gela. Nel silenzio assordante che troppo spesso avvolge le questioni di diritti civili, oggi in città, a Villa Bosco si è levato un coro chiaro, forte, necessario: “nessuno deve essere discriminato per ciò che è o per chi ama”. In occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia. La manifestazione, organizzata dalla Croce Rossa Italiana – comitato di Gela, ha preso vita tra gli alberi del parco cittadino, trasformandolo in un presidio di umanità, consapevolezza e lotta.

“Love is Love…” non è stato un semplice evento: è stato un atto politico, civile e culturale. Un incontro a metà tra la formazione e il racconto, tra il gioco e l’attivismo. Accanto alla Croce Rossa, a dare sostanza alla giornata, c’erano Non Una di Meno Gela e Arcigay Catania, due realtà che da anni lavorano nei territori per affermare diritti e dignità.

In un Paese dove l’educazione affettiva è ancora un tabù, dove il Ddl Zan è stato affossato tra applausi che pesano come pietre, dove ai giovani viene negata la possibilità di conoscere la realtà che li circonda, parlare di omofobia è un atto di coraggio. E oggi il coraggio non è mancato.

«Fa male sapere che ancora oggi si possa discriminare una persona per il proprio orientamento sessuale, spesso anche all’interno delle famiglie», ha detto Anita Lo Piano, presidente della CRI locale. Le sue parole non sono retorica: sono denuncia. «Con la giornata di oggi vogliamo dire a ciascuna e ciascuno di loro che non sono solə. Noi siamo al loro fianco».

La manifestazione, patrocinata dal Comune, ha visto anche la presenza della presidente del consiglio comunale Paola Giudice e dell’assessore alla cultura Peppe Di Cristina. Parole cariche di empatia e visione anche da parte dell’istituzione: «Nutro una grande speranza nel genere umano, al di là di ogni genere. La differenza non deve più essere una barriera, ma una ricchezza da tutelare», ha dichiarato la Giudice, sottolineando l’importanza della presenza delle istituzioni in battaglie che non sono solo simboliche, ma profondamente concrete.

Tra gli stand colorati, i materiali informativi, i giochi e i condom distribuiti senza inutili pregiudizi né moralismi, la realtà è emersa in tutta la sua forza: educazione, sicurezza e libertà non sono slogan, ma necessità quotidiane.

Cecilia Collorà, di Non Una di Meno Gela, ha puntato il dito contro il vero nemico: «Ci accomuna il far parte delle minoranze. Il nostro nemico comune è il patriarcato, e chi è in posizione di potere o privilegio ha il dovere morale di rappresentare anche chi non ha voce».

Parole chiare, che trovano eco nell’intervento appassionato di Daniele Russo, vicepresidente di Arcigay Catania: «Questa giornata avrebbe dovuto essere istituzionalizzata, ma il Ddl Zan è stato vergognosamente cancellato. Stiamo vivendo tempi bui per i diritti civili. È assurdo che ci venga impedito di parlare ai giovani nelle scuole. Vogliamo solo spiegare quanto sia bella e ricca la diversità, non traviare nessuno. Se ci fosse più confronto, ci sarebbe meno paura. E meno violenza».

Ma non è solo un problema di visibilità: è una questione di sopravvivenza. Chi è escluso, chi è insultato, chi è picchiato o emarginato, troppo spesso resta solo. I dati, quando esistono, parlano di un’Italia ancora profondamente omolesbobitransfobica. E se non si parla, non si cambia.

“Love is Love…” ha provato ad essere una risposta. Ma anche una domanda aperta: quanto ancora si dovrà lottare perché l’amore – qualunque forma prenda – sia finalmente riconosciuto, tutelato, rispettato?

Fino a quel giorno, eventi come questo non possono essere definiti celebrazioni. Sono resistenza.

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